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Obama vuole chiarezza

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A bordo della flotta c'erano anche quattro italiani. Sono il romano free lance Manolo Luppichini, Manuele Zaini, la giornalista torinese Angela Lano e il tenore Giuseppe Fallisi. Non erano sulla nave dove è avvenuto lo scontro a fuoco con i militari israeliani. Ma per ora, dicono i familiari, non sono riusciti a ristabilire un contatto con l'Italia. Il Forum Palestina, dopo aver avuto un colloquio con il sottosegretario Gianni Letta, ha spiegato che «le autorità italiane sanno solo che sono stati portati in un carcere israeliano». Il tempo servirà chiarire le dinamica. Ma intanto l'operazione di Israele per fermare la flotta di pacifisti ha unito la comunità internazionale in una ferma condanna. La diplomazia si è immediatamente messa in moto, convocando riunioni d'emergenza della Ue, del Consiglio di sicurezza dell'Onu, della Nato e della Lega Araba. Il capo del governo di Israele, Benjamin Netanyahu sta tornando dal Canada e ha annullato la visita a Washington da Barack Obama, dopo aver parlato con la Casa Bianca: «Ci rammarichiamo per le vite umane - ha detto il premier - ma abbiamo diretto a difenderci. I nostri soldati sono stati attaccati, bastonati, pugnalati, ci sono anche notizie di spari. I nostri soldati hanno dovuto difendersi, difendere le loro vite, o sarebbero stati uccisi».   Il presidente degli Stati Uniti, dopo il colloquio con l'israeliano, ha espresso il suo «profondo rincrescimento» per la perdite di vite umane a bordo della flottiglia filopalestinese. Washington vuole vederci chiaro e fa sapere che sta «lavorando per capire le circostanze che circondano questa tragedia», ha detto il portavoce della casa Bianca. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è detto «scioccato» per l'attacco di Israele e, condannando le violenze che hanno provocato almeno dieci morti, ha chiesto a Tel Aviv di dare una «completa spiegazione» dell'azione militare. Intanto dopo la riunione d'emergenza degli ambasciatori dei 27, la Ue ha condannato l'uso della violenza da parte di Israele e ha chiesto un'inchiesta completa e imparziale per chiarire i fatti, ribadendo la necessità di non interrompere i negoziati indiretti. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha espresso «sgomento e allarme» per il raid israeliano mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini, ha deplorato «in modo assoluto» l'uccisione di civili nell'assalto della marina militare israeliana. «È un fatto assolutamente grave», ha detto, chiedendo che si apra un'inchiesta e spiegando come Israele debba ora dare spiegazioni alla comunità internazionale. La Farnesina ha poi chiesto chiarimenti all'ambasciatore israeliano a Roma. Inoltre, Grecia, Spagna, Svezia, Danimarca e Irlanda, oltre che la Turchia, hanno convocato i rispettivi ambasciatori di Israele, mentre pesanti critiche sono venute dai governi di Francia e Germania. La Turchia ha parlato di «terrorismo di Stato» e ha chiesto una riunione Nato: «Sulle navi nessun arma c'erano solo aiuti umanitari - ha detto Erdogan - Non rimarremo in silenzio e senza risposta di fronte a questo atto».   Grande preoccupazione e dolore sono stati espressi anche dal Vaticano. «Si tratta - ha detto padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana - di un fatto molto doloroso, in particolare per la inutile perdita di vite umane». «Come è noto - ha affermato - la Santa Sede è sempre contraria all'impiego della violenza, da qualsiasi parte essa venga. La Lega araba ha convocato per oggi al Cairo una riunione urgente dei suoi ministri degli Esteri. Dura la reazione dell'Iran che giudica «disumano» il comportamento di Israele. Intanto è esplosa la rabbia nelle piazze palestinesi. E oggi la popolazione araba in Israele, oltre un milione di persone, osserverà una giornata di sciopero generale.  

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