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Napolitano firma il decreto ritoccato

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Il presidente Napolitano ha firmato la manovra economica 2011-2012 e il decreto legge è stato presentato al Senato. Sono 56 gli articoli del testo definitivo in 160 pagine più gli allegati. La firma è arrivta dopo che i tecnici di Palazzo Chigi hanno modificato il testo secondo le indicazioni date dal Quirinale. Subito dopo, il Capo dello Stato ha lanciato un nuovo forte appello alla politica a «superare sterili contrapposizioni e dannosi particolarismi». Numerose le novità a cominciare da un «condono mascherato», sugli immobili, allo stralcio della lista degli enti culturali per i quali era previsto un ridimensionamento dei finanziamenti. Inoltre è stato eliminato il taglio delle province sotto i 220mila abitanti. Berlusconi ha lanciato l'ennesimo messaggio sull'inevitabilità di questa manovra che seppur dura «è in grado di coniugare, attraverso riforme strutturali, risanamento dei conti e ritorno alla crescita». Nonostante ostenti tranquillità il premier è preoccupato per le polemiche che la manovra «imposta» dal ministro Tremonti ha scatenato. La tensione tra i due resta alta anche se da Palazzo Chigi si ribadisce che si tratta di «normale dialettica». Berlusconi avrebbe preferito che Tremonti coinvolgesse anche gli altri ministri nella stesura della manovra per evitare frizioni interne al governo e soprattutto i ritocchi richiesti da Napolitano. Il premier una volta acconsentito ai tagli alla spesa pubblica avrebbe voluto che fosse lasciato ai singoli ministri il compito di decidere dove tagliare. Sicchè Berlusconi ha lasciato intendere agli interlocutori più colpiti dalla manovra che, fatta salva l'entità di 24 miliardi, alcuni ritocchi sono possibili nel passaggio parlamentare. E le varie categorie, toccate nel vivo, si sono messe già in moto. L'Associazione nazionale dei magistrati è pronta allo sciopero. L'annuncio della linea dura è arrivato al termine di un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. A Gianni Letta hanno ribadito che viene messa a rischio la loro indipendenza perchè si interviene sul meccanismo di adeguamento delle retribuzioni. Giovedì prossimo si riunirà il parlamentino dell'Associazione per proclamare lo sciopero presumibilmente entro la fine di giugno, accompagnato da altre forme di mobilitazione. Proteste anche dai dipendenti degli enti che saranno soppressi. Vediamo le novità della riscrittura della manovra.   Condono edilizio - La sanatoria per l'emersione delle case-fantasma si estende anche a quegli immobili su cui sono state effettuate variazioni e ampliamenti non denunciati al Fisco. Enti pubblici - Soppressi 21 enti pubblici. Salvi Inaf, Ogs, Inrim, Indam e la stazione zoologica A. Dohrn e gli enti di ricerca i cui compiti e le attribuzioni sarebbero dovuti passare al ministero dell'Istruzione e al Cnr. Resta la soppressione dell'Ipsema, dell'Ispesl le cui funzioni sono attribuite all'Inail, dell'Ipost, dell'Istituto affari sociali le cui funzioni andranno all'Isfol e l'Enappsmsad. Cancellati anche l'Isae le cui funzioni finiranno al ministero dell'Economia, l'Ente italiano Montagna (Eim)e l'Ente per studi e esperienze di architettura navale (Insean). Cancellati pure l'Istituto per la promozione industriale (Ipi), l'ente teatrale italiano (Eti). Beni Culturali - Bondi l'ha spuntata. Stralciata la lista degli enti e delle fondazioni culturali. I fondi saranno ridotti del 50%, ma a decidere dove tagliare, sarà il ministro Bondi.

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