Elezioni in Sicilia: vincono le alleanze anomale
Il Pd conferma le sue (poche) roccaforti in Sicilia: si è votato in 41 comuni, solo 12 di grandi dimensioni, Enna unico capoluogo. Turno di ballottaggio invece in dieci piccole amministrazioni del Trentino, nella maggior parte delle quali, come a Rovereto, a spuntarla sono stati i candidati targati Pd. Ma dalla Sicilia al Trentino, a vincere davvero è stato l'astensionismo. Solo il 60 per cento si è presentato alle urne nella regione settentrionale, appena il 57 per cento nelle province sarde. LE PROVINCE - Quadro assai disomogeneo in Sicilia. Nell'isola non si rinnovavano Province, ma solo una quarantina di Comuni e in nessun centro la compagine che sostiene il governo Lombardo si è presentata compatta in sostegno di un candidato. Nel capoluogo, Enna, il ras locale dei consensi, il democratico Vladimiro Crisafulli, non riesce a spuntarla al primo turno col proprio candidato, Paolo Garofalo. Andrà al ballottaggio col candidato del Pdl Angelo Moceri. Singolare disputa in un altro grosso centro, Gela, dove il candidato vincitore delle primarie del Pd (sostenuto dall'Mpa di Lombardo) Angelo Fasulo, risulta in vantaggio su Calogero Speziale, sconfitto alle primarie del Pd ma comunque autocandidatosi col sostegno dell'Udc. I due andranno al ballottaggio. A Palma di Montechiaro, nell'Agrigentino, la spunta al primo turno il candidato finiano Rosario Bonfanti di Alleanza Azzurra, che ha approfittato della rottura locale del Pdl. Ma d'altronde il partito berlusconiano in Sicilia viaggia diviso in due quasi ovunque. Non nella roccaforte del senatore Pino Firrarello, a Bronte, dove lo stesso parlamentare e sindaco uscente ha la meglio nella sfida-simbolo contro il candidato locale dell'acerrimo avversario, il governatore Raffaele Lombardo».