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È un clima soft quello che si respira a Palazzo Koch durante le Considerazioni Finali che il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi illustra all'assemblea ordinaria dei partecipanti

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Letensioni e le frizioni con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sono dissipate, ammortizzate. Ci sono la crisi e la speculazione alle porte. L'euro è in pericolo. Non è tempo di fare polemiche o lanciare affondi all'esecutivo. Così arriva il primo passaggio nel quale si analizza la manovra. E da Draghi arriva un sostanziale via libera alle norme ieri licenziate anche dal presidente Giorgio Napolitano. «La manovra era inevitabile date le recenti turbolenze dei mercati» dice Draghi a un parterre che annovera la crema del sistema bancario italiano con imprenditori e alta dirigenza pubblica. Un intervento necessario aggiunge l'inquilino di Palazzo Koch anche perché in Italia c'è ancora una fortissima evasione che è quella che produce la vera «macelleria sociale». Ma proprio la lotta all'evasione può essere «una leva di sviluppo». Insomma per Via Nazionale il Governo si è mosso bene ma non può stare con le mani in mano. Bisogna guardare oltre e intervenire, se necessario, con tempestività anche dopo il 2012. Di fatto comunque una «promozione» che viene salutata con favore dal premier, Silvio Berlusconi: «Ho seguito con particolare attenzione le considerazioni finali del Governatore. - scrive il premier - E ho apprezzato il riconoscimento che Mario Draghi ha dato all'azione di Governo in termini di riduzione della spesa e lotta all'evasione fiscale, al fine del contenimento del deficit di bilancio». E un altro punto viene sottolineato da Bankitalia: le stime più recenti indicano che il valore aggiunto sommerso del 2006 si è attestato tra il 15,3 e il 16,9% del Pil. Draghi, parla della situazione del Paese, fa anche un accenno alla corruzione e al suo deleterio effetto sullo sviluppo: «relazioni corruttive tra soggetti privati e amministrazioni pubbliche, in alcuni casi favorite dalla criminalità organizzata, sono diffuse» tanto che «le periodiche graduatorie internazionali collocano l'Italia in una posizione sempre più arretrata» mentre «studi empirici mostrano che la corruzione frena lo sviluppo economico. Stretta è la connessione tra la densità della criminalità organizzata e il livello di sviluppo: nelle tre regioni del Mezzogiorno in cui si concentra il 75% del crimine organizzato il valore aggiunto pro capite del settore privato è pari al 45% di quello del Centro Nord». La manovra varata dal Governo, con l'anticipo delle misure correttive per il 2011 e 2012 e i tagli alla spesa corrente, - dice poi Draghi - era «inevitabile» date le condizioni dei mercati. «Nelle nuove condizioni di mercato - puntualizza - era inevitabile agire». Questo anche se «le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell'economia italiana». Ma la «sfida» dell'Italia, per superare la crisi, è «coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno alla crescita». Una sfida che «si combatte facendo appello ai valori che ci hanno permesso insieme di vincere le sfide del passato: capacità di fare, equità; desiderio di sapere, solidarietà». Draghi segnala anche che, una volta varata, la manovra dovrà essere seguita nell'attuazione: «è necessario un attento scrutinio degli effetti della manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi». Il Governatore poi, durante il suo intervento dedica più passaggi all'evasione: «gli evasori fiscali - accusa Draghi - sono tra i responsabili della macelleria sociale in Italia». La lotta all'evasione fiscale avviata dal Governo - chiosa il numero uno di Via Nazionale - deve consentire, la riduzione delle aliquote». E il «nesso fra le due azioni va reso visibile ai contribuenti». Draghi sottolinea che le misure del Governo hanno come «obiettivo immediato il contenimento del disavanzo ma in una prospettiva di medio termine la riduzione dell'evasione deve essere una leva di sviluppo». Poi fornisce un esempio concreto di cosa vorrebbe dire intervenire: «se l'Iva fosse stata pagata il nostro rapporto tra il debito e il Pil sarebbe tra i più bassi dell'Unione Europea». Infatti «tra il 2005 e il 2008 il 30% della base imponibile dell'Iva è stato evaso: in termini di gettito sono oltre 30 miliardi l'anno, due punti di Pil». Il secondo punto su cui il Governatore punta il dito, sollecitando il Governo a muoversi con tempestività è la condizione dei giovani e il lavoro. Sono loro le principali vittime della crisi, hanno raggiunto un tasso di disoccupazione decisamente elevato e rischiano in futuro di percepire stipendi permanentemente più bassi rispetto a quelli delle altre categorie. La richiesta è quella di portare a termine la riforma del mercato del lavoro e di quello previdenziale. Pensando, in particolare, a innalzare ulteriormente l'età pensionabile.

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