Caccia al signor Franco Ultimo mistero d'Italia
C'è la presunta trattativa fra Stato e mafia sullo sfondo degli attentati degli anni Novanta. Quelli che hanno colpito i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma non solo. Parte da qui l'ultimo mistero d'Italia. Indagano da tempo le procure di Caltanissetta, Palermo, Firenze e Milano. Ora è caccia al signor Franco, l'agente dei servizi segreti che avrebbe incontrato l'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino quando era agli arresti domiciliari nella sua casa di Roma, a due passi da piazza di Spagna. Avrebbe ricostruito il caso il figlio di Ciancimino, Massimo, che ha indicato agli inquirenti l'uomo dello Stato che la magistratura siciliana sospetta abbia avuto un ruolo determinante nelle stragi di mafia. Un agente dei servizi identificato anche dal pentito Spatuzza che partecipò all'organizzazione di quegli attentati. Il signor Franco, nel mirino dei magistrati che indagano sulle stragi di Capaci e via D'Amelio del 1992 e sugli attentati a Firenze, Roma e Milano del 1993, avrebbe un volto. Quello ritratto da una fotografia scattata da Umberto Pizzi alla fine di giugno del 2003 e pubblicata tre anni dopo dal settimanale «Parioli Pocket». L'attenzione dei giornali, primo fra tutti «Repubblica», è stata catalizzata da un uomo in giacca e cravatta che compare sullo sfondo dell'immagine che ritrae il sottosegretario Gianni Letta e il giornalista Bruno Vespa. È in piedi, sulle scale. Ma niente da fare. Si è trattato di un errore. È stato infatti il diretto interessato a smentire. Anzi, il suo avvocato e la casa automobilistica Bmw che ha precisato che la foto non ritraeva un agente segreto ma solo un dirigente della casa automobilistica. «Le immagini in questione - ha scritto la Bmw Italia - furono scattate in occasione di un evento ufficiale organizzato nel 2003 a Villa Almone, residenza dell'ambasciatore della Repubblica Federale di Germania a Roma». Soltanto uno scambio di persona, insomma. Ma due giorni fa è stato il fotoreporter che ha scattato l'immagine, Umberto Pizzi, a spiegare su «Il Tempo» una vicenda che è diventata un vero e proprio giallo. «Una settimana fa si sono presentati nel mio studio tre agenti della Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta, due uomini e una donna. Volevano da me le fotografie che avevo fatto quella sera. Ho consegnato tutti gli scatti e loro hanno mostrato molta attenzione soltanto su uno degli uomini ritratti». Quale? Il signore alto, con gli occhiali, in abito chiaro, giallino, con la camicia azzurra. Nella foto è di profilo, dietro a Gianni Letta. Sarebbe lui quello che stanno cercando gli 007. Un altro granchio? «Non lo so - ha spiegato ancora Pizzi - Me l'hanno indicato gli investigatori della Dia. Mi hanno chiesto se ne conoscessi il nome, se l'avessi già visto. Ma io non lo conosco, stavo fotografando Letta e Vespa, erano loro i protagonisti. Non immaginavo che quelle foto sarebbero state al centro di un'inchiesta su mafia, stragi e collusioni con pezzi dello Stato».