Stop alla Quadriennale. Danno per Roma
«Giusto cancellare gli enti inutili, ma tagliando i finanziamenti alla Quadriennale di Roma, la Capitale perde una grande istituzione culturale specializzata nell'arte contemporanea» spiega a Il Tempo il presidente Gino Agnese che lancia la sua provocazione: «Non potendo più contare sul contributo ministeriale, la Quadriennale potrà contare almeno sul mio stipendio, oltre che sul mio lavoro». Rinuncia ai suoi compensi insomma? Sì. Però, come cittadino, consiglio al ministro Bondi le dimissioni. Così platealmente esautorato, e questo egli ammette onestamente, come può restare al suo posto? Come più essere ancora interlocutore degli esponenti della cultura italiana e internazionale? Il governo sembra deciso ad andare avanti comunque. Serve una scrematura più attenta dei finanziamenti che si vogliono tagliare. Roma verrebbe privata di una grande istituzione. Non si può buttare via l'acqua sporca con il bambino dentro. Le scelte vanno fatte ma solo dopo un'accurata selezione. Cos'è la Quadriennale di Roma? Assieme alla biennale di Venezia e la triennale di Milano rappresenta una delle più grandi e storiche istituzioni espositive di arte contemporanea. Quella romana è stata fondata negli anni '20. Non sono enti da poco. E la prova è data dal fatto che solo fino a dieci anni fa era a tutti gli effetti un organismo parastatale prima di essere trasformata in Fondazione. Nonostante questo abbiamo un controllo da parte del ministero delle attività culturali. Ma quanto perderà alla fine la Quadriennale di Roma? Siamo nell'ordine di alcune centinaia di migliaia di euro. Non è una cifra astronomica ma rappresenta il 90% dei nostri introiti istituzionali. L'altro 10% arriva dal Comune di Roma Che succede se i soldi non arriveranno in altro modo? Semplice. La Quadriennale morirà. Non ci si può aspettare che si tolgano le risorse e si mantenga in vita da sola. Una perdita grave per l'arte e per Roma. Si spieghi meglio Viene azzerato il prestigio legato all'istituzione. Un artista che espone lì ha una vetrina eccezionale. Poi dieci dipendenti con regolare contratto e con alta qualificazione, come storici dell'arte e bibliotecari, non si sa che destino avranno. Per la Capitale? Si lascia andare un polo di eccellenza che ha una fortissima capacità di attrazione. Nel 2008 alla quindicesima Quadriennale furono 33 mila i visitatori paganti. Soprattutto giovani, i più interessati a questa forma di espressione. A Villa Carpegna, la nostra sede istituzionale, abbiamo un viavai di giovani che preparano tesi e lavori. Insomma siamo un punto di riferimento per chi vive a Roma e si interessa di arte contemporanea. Ma possibile che non ci sia soluzione. Per esempio sponsor o altre entrate per supportare l'attività? Abbiamo avuto già tagli pazzeschi nella scorsa finanziaria. In questi periodo di difficoltà economica trovare una sponsorizzazione è come trovare un ago in un pagliaio. A Milano è tutto più semplice perché dietro c'è la ricca Lombardia. A Roma il tessuto che può sostenere l'arte contemporanea è meno forte. Per questo rivolgiamo l'appello anche al sindaco Gianni Alemanno. La Quadriennale interessa soprattutto Roma. Ci dia una mano a sopravvivere.