A Strasburgo la crisi non esiste
L'Europa è in crisi, il Parlamento europeo - a quanto pare - no. Che si sacrifichino pure i cittadini del Vecchio Continente, i 733 eurodeputati che li rappresentano, in controtendenza rispetto al rigore sbandierato dalla politica di casa nostra e non solo, hanno deciso di aumentarsi lo stipendio. L'assemblea dell'Ue ha votato lo scorso 19 maggio a favore di un surplus di 1500 euro al mese per ogni deputato. La somma potrà essere utilizzata esclusivamente per pagare i collaboratori, ma di fatto dal primo giugno la busta paga di ogni onorevole a Bruxelles passerà da 17.864 euro a 19.364 euro. Cara vecchia Europa, insomma. E non è tutto: «per adempiere ai compiti conferitigli dal trattato di Lisbona» l'Europarlamento ha approvato un provvedimento che integra il bilancio 2010 con 9 milioni 400 mila euro aggiuntivi e prevede l'ingresso nel prossimo futuro di altri 18 deputati. Respinta, invece, la mozione per ridurre a due a settimana le sessioni plenarie nel mese di settembre (il calendario ne prevede il doppio). L'intervento avrebbe ridotto i costi di viaggio dei membri, con un risparmio che - secondo il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, promotore del piano - avrebbe superato i 15 milioni di euro l'anno. Se poi andiamo a guardare le previsioni per il bilancio 2011, le cose non migliorano. Il Parlamento europeo non bada a spese e non licenzia nessuno. Anzi. Presa in considerazione la «proposta di potenziare il personale della biblioteca con ulteriori 28 posti che consenta ai deputati di accedere agevolmente a tutte le informazioni prodotte all'interno dell'Istituzione». Nel 2011 poi le assunzioni legate al trattato di Lisbona diventano 68, cui si aggiungono le 62 «legate all'allargamento». Mentre sono 56 i posti previsti per i gruppi politici. Andiamo alle previsioni di spesa: 85 milioni 900 mila euro saranno destinati agli «uffici dei deputati a Bruxelles». Cinque milioni di euro serviranno, invece, per «i progetti di mobilità telematica dei deputati». Più semplicemente ognuno di loro avrà un iPad. Tanto che l'europarlamentare della Lega Nord Claudio Morganti, forse dimenticando di appartenere all'enclave del benessere Bruxelles-Strasburgo, nei giorni scorsi ha dichiarato: «In un momento di crisi come quello che sta attraversando l'Europa mi sembra insensato spendere una cifra così elevata per fare un simile "dono" agli europarlamentari, tanto più che molti di loro non sanno nemmeno usare Internet». Ma non finisce qui: l'Ufficio di presidenza «plaude all'accordo sull'incremento di due milioni 600 mila euro inteso a finanziare i 110 visitatori che i deputati possono invitare annualmente». Il plauso deriva dal fatto che fino ad ora i visitatori per deputato erano «solo» 100. L'arrivo di tutta questa gente in più, poi, giustifica - siamo sicuri? - i 3 milioni di euro stanziati per l'apertura del nuovo Centro visitatori. E come non citare i due milioni e mezzo di euro stanziati per la «Casa della storia europea»? Insomma dovrà ricredersi Clemente Mastella che, verace come sempre, l'anno scorso si lamentava: «Una diaria da 290 euro, sta miseria! Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano». I tempi cambiano.