Finmeccanica, se la verità è un optional

Qualcuno scherza col fuoco? Titolo di ieri di Repubblica: “La Procura indaga su Finmeccanica”. Occhiello: “I pm di Roma: l’ipotesi è quella di riciclaggio”. A seguire una dettagliata descrizione, con tanto di nome e cognome, di “un manager che non arriva alla cinquantina, che vive tra Roma e Washington e spende il suo tempo tra Asia, Africa e Stati Uniti”. Il tutto accostato alle intercettazioni di Gennaro Mockbel, l’“imprenditore nero” già al centro dei presunti fondi neri di Telecom Sparkle e Fastweb. Stessa storia, con qualche variante, sul Corriere della Sera: «Fondi neri, Finmeccanica sotto inchiesta» è il titolo; nel sommario «Verifiche sulle attività del presidente Guarguaglini e della moglie a capo di una società partecipata».   L'azienda in questione è la Selex Sistemi Integrati, di cui è amministratore delegato Marina Grossi, moglie appunto di Guarguaglini. Se c'è un reato non è evidentemente questo: la signora non amministra un bar ma, alla luce del sole, la controllata di una delle principali e più strategiche aziende italiane, della quale il Tesoro è azionista con oltre il 32 per cento. Ma su questo aspetto torneremo tra poco. Intanto la Procura di Roma dirama una prima nota per chiarire che esistono tre indagati ma che «non c'è stata alcuna perquisizione disposta dai Ros nella sede principale della Selex». Il Corriere ha scritto: «I carabinieri dei Ros sono entrati due giorni fa nella sede principale dell'azienda e hanno sequestrato numerosi documenti che riguardano appalti e forniture». Repubblica: «È un fatto che il 22 aprile scorso i magistrati di Napoli, che pure indagano sugli appalti di Finmeccanica, hanno perquisito la sede della Selex». La Procura di Roma precisa ancora: «Guarguaglini e consorte non sono indagati». Si annuncia una nota ufficiale del Procuratore capo «per smentire quanto riportato da alcuni quotidiani»; e tanto per cambiare si «prevedono contatti con i colleghi di Napoli e Milano». Dunque: fin qui la verità appare un optional, ed il cosiddetto bavaglio alla stampa – contro il quale questo giornale si è battuto – c'entra poco. Anzi nulla. Finmeccanica è coinvolta o no? Ha costituito oppure no fondi neri? Quale sua sede è stata perquisita, e quando e con quali esiti? Il suo numero uno, Guarguaglini (proprio 24 ore era stata anticipata la sua nomina a vicepresidente della Confindustria: vedi un po' la tempistica) è indagato o no? Gli inquirenti di Roma dicono di no. Gli altri tacciono, per ora. La “soffiata” tuttavia gira da giorni nelle redazioni, ma proprio ieri alcune testate decidono di rivelarla con tanto di dettagli. Che però si rivelano quanto meno contraddittori. Non c'è un avviso di reato: ci sono le consuete formule ambigue «il sospetto degli inquirenti è che…». E poi ci sono le dietrologie sulla successione di Guarguaglini, che scadrà nel 2011 e per la cui poltrona ci sono ovviamente degli aspriranti. Ma questo che c'entra? Mistero. Come abbiamo detto, la storia girava da tempo: ma in assenza di dati di fatto certi e provati, molti l'hanno ritenuta impubblicabile. E questo non per autocensura ma per una serie di motivi sui quali si gioca in fondo la credibilità dell'informazione italiana, e quindi anche il suo diritto (e la sua forza) nel farsi sentire quando si parla di bavaglio. Primo motivo: non abbiamo a che fare con qualcosa tipo l'appartamento vista Colosseo di Claudio Scajola, vicenda per la quale esistevano numerose e diverse testimonianze concordi, numeri di assegni circolari e un'istruttoria pressoché conclusa, peraltro senza capi d'accusa a carico del ministro. Secondo motivo: oggi le ipotesi di indagine – per non parlare di quelle di reato – sono dubitative, i titoli invece non manifestano incertezze.   «Fondi neri»? E fondi neri siano. Terzo motivo: una procura smentisce l'altra, vecchio vizio di tante indagini italiane; e questo dovrebbe già indurre ad un supplemento di prudenza; o meglio al dovere dell'approfondimento. Ma c'è anche un quarto motivo che non può sfuggire a nessuno, tanto meno ai due principali quotidiani. La Finmeccanica è una delle principali aziende italiane: 18 miliardi di fatturato, 45 di ordini e 73 mila dipendenti. Opera in settori tutti strategici, dall'energia (nucleare compreso) all'aerospazio, fino al militare. Può davvero costituire una notizia che abbia dei manager o dei consulenti che operano nella discrezione, o anche nella segretezza? Con quale criterio ed in base a quali principi di libertà d'informazione se ne forniscono nome e cognome? In base a cosa si fa intravvedere che queste persone abbiano a che fare con il giro Mockbel? E con quali fondamenti si prende per buona la conclusione – anzi «i sospetti degli inquirenti» – che ci sia un traffico di fondi neri? I risultati a breve li abbiamo visti ieri, con il crollo del titolo in borsa. Ma il rischio è ben altro: il dipartimento di Stato americano, con il quale il gruppo ha in corso negoziati per forniture militari e nella sicurezza civile avendo come rivali aziende a stelle e strisce, e dunque sotto l'occhio aguzzo delle varie commissioni del Congresso, come pensate che reagirà nel leggere di fondi neri e ipotesi di reato? Se le notizie date ieri non si riveleranno davvero a prova di bomba, e se a Washinton, ma anche a Parigi, Mosca o Abu Dhabi, saltano delle commesse a vantaggio di qualche interessato concorrente straniero, qualcuno ha pensato ai danni non solo e non tanto per Guarguaglini o chi per lui, ma per l'intero sistema Italia? Ripetiamo: nessun bavaglio né timori revenziale. Dalla Finmeccanica alla Fiat (per esempio). Però un giornalismo serio e credibile deve per prima cosa capire di che cosa sta parlando. E per seconda cosa – visto che come è stato detto «i giornalisti non sono giudici» – valutare l'attendibilità e la concordanza delle fonti. Nel tante volte evocato affare Watergate i leggendari Woodward e Bernstein prima di pubblicare ogni pezzo si procurarono tutte le possibili pezze d'appoggio: glielo impose la loro etica, ed anche il loro altrettanto mitico direttore Ben Bradlee. Siamo sicuri che da noi le cose stiano funzionando così?