Ciampi e la lettura faziosa della storia di questo Paese
Ciampinel 1993 era presidente del Consiglio ed assicura ora di avere avvertito le bombe allora esplose a Milano, Roma e Firenze come dirette contro il suo governo, nel contesto di un "colpo di Stato" tanto misteriosamente organizzato quanto misteriosamente fallito. A neutralizzarlo sarebbero curiosamente bastate tra la notte e la mattina del 28 luglio le riunioni del Consiglio Supremo di Difesa e del Consiglio dei Ministri, delle quali nessuno ricorda decisioni o provvedimenti che di solito sanciscono la scoperta e la rimozione di un complotto. Vedremo se il libro autobiografico che lo stesso Ciampi ha annunciato come imminente risulterà più chiaro e preciso del "colloquio" di ieri con il vice direttore de La Repubblica, in cui egli ha detto di "condividere pienamente" le parole, anzi "la verità" enunciata in questi giorni dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Il quale ha affermato, fra l'altro, che "nel 1993 Cosa Nostra ebbe in subappalto una vera e propria stagione della tensione", finalizzata dopo la ghigliottina giudiziaria di Tangentopoli caduta sulla Dc e i suoi alleati a "spianare la strada ad una entità esterna". Si tratterebbe naturalmente di Forza Italia, fondata agli inizi del 1994 e portata rapidamente alla vittoria elettorale da Berlusconi. Secondo la storia riscritta da Gaspare Spatuzza ed altri veri o presunti pentiti di mafia ritenuti credibili da alcuni inquirenti, ora anche dal procuratore nazionale Grasso e di riflesso pure da Ciampi, decine e decine di milioni d'italiani voterebbero dunque da sedici anni a questa parte l'attuale presidente del Consiglio, mandandolo tre volte al governo, per effetto di un complotto di mafia, servizi segreti e chissà che altro. Sconfitti nel 1948 dalla Dc di Alcide De Gasperi, i comunisti l'accusarono di essere stata favorita dagli "imperialisti" americani, dalla Chiesa e in Sicilia, anche allora, dalla mafia. Chi si opponeva a quella rappresentazione era liquidato e trattato come un disonesto o uno scemo. Divenne rapidamente di moda la storia di un "doppio" Stato, con i comunisti perbene da una parte e gli anticomunisti criminali e stragisti dall'altra. Sconfitti nel 1994 da Berlusconi proprio mentre pensavano di avere il Paese in mano per il nubifragio giudiziario dei loro avversari, gli eredi o emuli del Pci leggono e rappresentano la storia del Cavaliere come di un prodotto della mafia e altra criminalità più o meno organizzata. Il lupo perde il pelo, e persino il nome, ma non il vizio. Che è anche quello di scambiare gli elettori per rincitrulliti. Francesco Damato