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«Via Tasso non può chiudere»

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AlMuseo storico della Liberazione di via Tasso basterebbero per non chiudere, ma la manovra finanziaria del governo impone rigore e quei fondi, prima trasferiti dal ministero per i Beni e le Attività culturali, oggi rischiano di non arrivare più. L'ex carcere delle Ss che conserva le testimonianze della barbarie nazista per più di 15 mila visitatori (gratuiti) l'anno da tutto il mondo potrebbe infatti essere destinato a chiudere entro fine 2010. E addio memoria, addio alle mostre in programma per l'autunno (come quella dedicata all'eccidio di Cefalonia), addio attività di ricerca storica sulla Resistenza e sul Reich. Una prospettiva che ha spinto gli enti locali, in modo unanime e bipartisan, nonostante sia tempo di stangate per tutte, a promettere il loro soccorso al museo in difficoltà, che vive di fatto di volontariato e donazioni. Interpellato ieri, il presidente dell'istituzione Antonio Parisella ha sgombrato subito il campo da malizie e polemiche «Non credo nella persecuzione politica - ha detto - è piuttosto una forma di ottusità amministrativa». Sbagliata, semmai, è «una scelta politica che taglia sulla ricerca». Ed ecco perchè lo studioso ha rivolto un appello, oltre che alla società civile, a Comune, Provincia e Regione perché, come prevede la legge istitutiva del museo, sostengano la struttura lì dove lo Stato non arriva. Parisella, che già lo scorso 18 maggio, prima della manovra, si era rivolto ai tre Enti per chiedere aiuto, confida soprattutto nel sindaco Gianni Alemanno: «è molto attento e sollecito, è stato il primo a chiamarmi». Quando il 4 giugno lo incontrerà al Verano per l'inaugurazione del monumento ai Caduti, gli chiederà di farsi promotore del dialogo con le altre istituzioni. Il sindaco sembra non voler deludere la fiducia accordatagli: «Faremo di tutto - ha risposto - Il Museo di via Tasso non può chiudere. Ci impegnamo affichè continui a essere uno dei presidi della memoria della nostra città». Deciso a combattere contro la chiusura del Tasso anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti: «sarebbe un'aberrazione culturale, una regressione civile immorale anche solo pensare che possa chiudere. Faremo di tutto: la Provincia è in grado di dare un contributo», assicura. Nonostante i tempi difficili e le tante voci di spesa da razionalizzare, anche la presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha garantito il suo massimo appoggio: «Bisogna fare in modo che non chiuda. Solleciteremo il governo - ha spiegato - perché garantisca le risorse, e stiamo verificando anche di poter intervenire con i fondi regionali». Incisiva la metafora utilizzata ieri da Parisella: «Per loro 50 mila euro sono un bicchierino. Per noi sono una botte che ci dà un anno di vita». Na.Pie.

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