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E la politica discute di tagli e sacrifici

Montecitorio, la Camera dei deputati

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Alla fine anche la «casta» se ne è resa conto: il taglio dei costi della politica è ormai una questione da prendere in considerazione seriamente. Una cura dimagrante che i politici italiani hanno compreso essere non più rinviabile. Ma una volta stabilito l'obiettivo resta comunque da definire quale sia la strategia migliore per raggiungerlo. Ed ecco che armata con tanti buoni propositi la classe dirigente del nostro Paese scende in campo e propone: c'è chi chiede il taglio delle province, chi vuole eliminare le auto blu e chi, invece, al posto di spendere troppe parole passa immediatamente alle azioni come ha fatto ieri il presidente della Camera Gianfranco Fini. Così in un periodo di ristrettezze economiche, a Montecitorio, si inizia a tagliare e si parte dalla pagina istituzionale su Televideo. Un piccolo segnale che qualcosa sta cambiando. Un segno di razionalizzazione e riduzione della spesa che va nella direzione che Fini aveva concordato con il presidente del Senato lo scorso mercoledì quando congiuntamente si impegnarono a una riduzione del 10% delle spese in tre anni. E anche Schifani ieri è tornato a ribadire il proprio impegno per diminuire i costi del Parlamento chiedendo a tutti gli schieramenti politici di fare altrettanto. Un appello che, indirettamente, è piaciuto al leader della Lega Umberto Bossi che, commentanto i tagli alle spese della politica previsti dalla manovra ha appoggiato l'idea soprattutto perché «Bisognava dare un segnale alla gente». Dal fronte opposto è Francesco Rutelli, presidente di Api, a chiedere un maggiore sforzo alla politica perché «quello che è stato fatto è solo una carezza». E allora ecco l'elenco dei suggerimenti come ad esempio la confisca dei beni ai politici corrotti e l'abolizione delle province metropolitane mantenendo però quelle di montagna. E sullo stesso argomento era intervenuto anche il deputato finiano del Pdl Enzo Raisi che, assieme a molti altri colleghi, ha voluto invece chiedere l'abolizione di tutte le province. Altro capitolo di spesa da tagliare diventa, per il capogruppo dell'Italia dei Valori, Massimo Donadi, il numero delle auto blu. «È scandaloso - riporta Donadi - che in Italia ci siano 624.000 auto di rappresentanza. Sono uno sproposito da eliminare immediatamente soprattutto in un momento in cui i cittadini sono costretti a pagare i costi di una manovra di tagli e sacrifici». Non solo i parlamentari, però, si sono stracciati le vesti alla ricerca di capire quali fossero i capitoli di spesa da tagliare, all'appello hanno aderito anche i Governatori e alcune regioni. Il primo a prendere la parola è proprio il neoconfermato coordinatore della Conferenza dei presidenti dei consigli regionali Vasco Errani che, ieri, uscendo dalla prima assemblea plenaria, ha lanciato l'appello ai colleghi di mettere mano alle indennità: «Non possimao sottrarci a questo appuntamento ineludibile e per questo è necessario individuare i criteri da adottare per farlo». Un'idea che in alcune regioni aveva già trovato compimento. Ne è un esempio il Piemonte dove l'esecutivo guidato dal leghista Roberto Cota non solo ha deciso di tagliare del 5% gli stipendi di tutti gli esponenti della giunta ma ha anche chiesto al consiglio regionale di dimezzare il Tfr a tutti i consiglieri. Un modo per risparmiare 450 mila euro per il solo periodo tra maggio e dicembre 2010 che ha trovato il parere favorevole della totalità dei consiglieri. Ancora più incisivi i tagli proposti dalla regione Friuli Venezia Giulia che ha deciso, oltre alla riduzione del numero dei consiglieri regionali anche il taglio del 30% dei fondi «riservati» ai presidenti di Giunta e Consiglio. Ma non solo al Nord si taglia, anche Puglia e Calabria hanno deciso di mettere mano alle proprie finanze. Nella regione giudata da Nichi Vendola la proposta è arrivata dal gruppo del Pd che ha chiesto di ridurre il numero dei consiglieri da 70 a 50. L'ufficio di Presidenza del consiglio regionale della Calabria ha invece approvato una delibera nella quale si è deciso di ridurre del 10% le spese per il funzionamento dei Gruppi consigliari. Tutti pronti quindi a dare il proprio contributo, tutti decisi a sostenere la campagna «taglia costi» eppure a nessuno è venuto in mente di mettere fine a un malcostume assai diffuso all'interno del Parlamento: il doppio incarico.

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