Anche il Lazio rischia l'aumento delle tasse
Dopo la «stangatina» romana potrebbe arrivare quella del Lazio. Se il piano di tagli e risparmi che la governatrice Renata Polverini presenterà nei prossimi giorni al governo non sarà approvato aumenteranno le tasse: l'Irap dello 0,3 e l'Irpef dello 0,5 per mille. Un'eventualità probabile visto che non sarà facile far quadrare i conti. Nel 2005 il debito del Lazio, certificato dalla Corte dei conti, era pari quasi a 10 miliardi di euro. Ci vorranno anni per coprirlo, con aiuti statali senza precedenti e con un mutuo da 310 milioni di euro all'anno fino al 2027. Ma i problemi non sono finiti perché il Lazio continua a spendere più di quello che incassa. Il deficit attuale è di 1,6 miliardi di euro: 1 miliardo e cento milioni già coperti. Restano fuori 421 milioni che dovrebbero essere ripianati con i fondi destinati alle aree sottosviluppate. Restano altri mutui, contratti dalla Regione per pagare i servizi, tra cui i trasporti, per 3 miliardi di euro. Una situazione critica, che porta il Lazio sull'orlo del fallimento. Per questo il governo ha imposto la cura: tagli alla sanità. Cioè chiusura di alcuni ospedali, riconversione di altri e ticket su specifiche prestazioni. La manovra finanziaria dell'esecutivo dà il colpo di grazia, riducendo i trasferimenti. Imporrà dunque alle Regioni nuovi sacrifici. La Polverini lo sa bene. Ieri non ha usato mezzi termini: «Al momento la manovra è fortemente penalizzante». La governatrice del Lazio ha bocciato la tassa sui turisti che il Comune di Roma stabilirà dal 2011: «Va evitata - ha detto - soprattutto in una città e in una regione dove il turismo può e deve assumere un livello importante per il rilancio». E sulla sanità ha ribadito: «Sto già procedendo con una serie di incontri per portare al governo i decreti che ci consentano di evitare ulteriori penalizzazioni e poter quindi utilizzare i fondi Fas e non inasprire le tasse».