Per superare la crisi bisogna rimettere l'Uomo al centro

Male sue conseguenze sono ancora ben presenti». Questo l'esordio di Emma Marcegaglia nella relazione annuale di Confindustria tenuta nello anniversario dei 100 anni dalla sua costituzione. Prima dell'intervento del Presidente un breve filmato ha ripercorso i principali avvenimenti dal 1910 ai giorni nostri. Sono apparsi illustri industriali, politici e banchieri che hanno fatto la storia ma che soprattutto hanno consentito al Paese di passare da una economia agricola, povera ed arretrata ad una industrializzata tra le prime nel mondo. Il discorso della Marcegaglia è stato molto coraggioso. Talvolta anche duro ma con una lucida e pacata analisi. «Le agenzie di rating hanno perso credibilità» e «Basilea 3 rischia di togliere altro ossigeno alle imprese». L'invito è chiaro. Non è con i punteggi e con le classifiche che si sostengono i progetti imprenditoriali. «Le attività delle imprese creano occupazione ampliano gli stabilimenti e rafforzano l'economia». Le banche devono tornare a stare vicino alle aziende che ogni giorno, combattono e creano innovazione. Il monito è chiaro. In un momento così difficile per l'economia mondiale solo rimettendo al centro l'Uomo, con la sua fantasia, la sua voglia di sacrificio e di intraprendere si potrà sostenere l'impresa, che spesso famigliare rimane piccola e non cresce. E non ha risorse per la ricerca. Va fatta squadra fra credito produzione e imprese, che, anche se piccole e medie, devono creare delle reti che consentano competitività e ricerca. L'analisi è stata ampia ed Emma Marcegaglia non ha risparmiato nessuno. Non si è atteggiata a vittimismo. Non ha chiesto provvidenze per le aziende. Ha convenuto con il Governo riguardo alla manovra della finanziaria. È giusto che tutti facciano sacrifici. Ma occorre eliminare i costi improduttivi di una burocrazia elefantiaca ed asfissiante. Ognuno deve essere responsabile dei propri conti e in questa direzione deve essere visto il federalismo che porterà - se questo è il disegno - una maggiore responsabilità da parte di chi è addetto alla cosa pubblica. Costui non potrà più essere rieletto se amministra male i fondi pubblici. La relazione della Marcegaglia è stata un colpo di reni per l'orgoglio nazionale. Politici della maggioranza e della opposizione, basta beccarvi come i polli di Renzo. Mettete da parte egoismi partitici e agite per il bene di un Paese che ha tutti i numeri per competere nel mercato mondiale. Incentiviamo i giovani e non lasciamoli fuggire. Sono una risorsa per «un'Italia capace di stare a testa alta nel mondo». Il Governo che ha tenuto a bada il debito pubblico utilizzi con determinazione i tre anni della legislazione per riforme ed infrastrutture. Avrà a fianco il mondo produttivo che, tra l'altro, si aspetta anche una riforma fiscale che colpisca meno cittadini ed imprese e recuperi risorse riducendo i tanti costi improduttivi che soffocano il nostro Paese.