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Allarme della Corte dei conti Gli enti locali a rischio crac

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Difronte alla crisi gli enti locali soffrono, e non poco. A lanciare l'allarme sullo stato della finanza pubblica delle amministrazioni è la Corte dei conti, nella relazione al Parlamento sui primi esiti dell'esame dei rendiconti di Comuni e Province. I primi segnali di difficoltà erano stati riscontrati già nel 2008 e la cosa non andava sottovalutata: non solo perché due anni fa le conseguenze della recessione non facevano ancora sentire tutto il loro peso, ma soprattutto in vista dell'attuazione del federalismo fiscale. Nel biennio 2007-2008, l'ultimo per il quale si dispone di dati di consuntivo, il disavanzo delle amministrazioni locali è stato contenuto: in entrambi gli anni ammontava allo 0,2% del Pil. Il risultato era stato definito «nettamente più favorevole di quanto previsto nei documenti programmatici», ma «derivato da tendenze di fondo della spesa e delle entrate non prive di connotazioni negative». «Nell'esercizio 2008 - scrive la Corte - emergono le prime difficoltà, che devono essere in parte messe in relazione alla crisi che iniziava a manifestarsi attraverso la pur lieve riduzione del Pil nominale». L'analisi condotta dai magistrati contabili su 96 province e 5.498 comuni, pari al 75,5% della popolazione nazionale, spinge dunque a guardare «con maggiore attenzione (e preoccupazione) alle tendenze della finanza locale, soprattutto in coincidenza con l'impegnativa fase di attuazione del federalismo, in cui il processo di decentramento della spesa sarà completato da una maggiore autonomia fiscale». Esaminando i consuntivi del 2008 e valutando il saldo tra entrate e spese correnti di competenza sia dei Comuni che delle Province emerge chiaramente «la riduzione della situazione di avanzo». E il dato negativo, «in forte peggioramento», del saldo economico finanziario corrente «conferma per i Comuni l'incapacità di finanziare con le sole entrate correnti, oltre che le correlate spese, la quota di capitale dei prestiti in scadenza». «Questa tendenza, presente in tutte le aree geografiche, con l'eccezione del sud e delle isole - osserva infine la Corte - assume i valori più significativi per gli enti dell'area del nord ovest». Na.Pie.

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