Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Su tagli e tasse Regioni pronte a dare battaglia

Nella manovra tagli alle Province

  • a
  • a
  • a

Giornata cruciale, oggi, per Regioni ed enti locali che hanno deciso di riunire gli organismi decisionali per discutere della manovra 2011-2012. L'obiettivo è quello di dare una risposta al governo con delle contro proposte che possano in qualche modo limitare i «prelievi» annunciati dal ministro Tremonti. La conferenza delle regioni è stata convocata per le 10 nella sede romana del Cinsedo di via Parigi. Alle 11 sarà la volta del comitato direttivo dell'Anci che si svolgerà a porte aperte limitatamente all'argomento in questione. Alla stessa ora si riunirà anche l'Ufficio di presidenza dell'Upi nella sede di piazza Cardelli. All'ordine del giorno delle tre riunioni dei direttivi l'esame delle proposte del governo passate con riserva ieri in Cdm. La linea comune è quella di proporre un'alternativa plausibile alle norme che sostanzialmente chiedono all'intero sistema delle autonomie un contributo di oltre 13 miliardi di euro nel prossimo biennio. Il costo che pagheranno le Regioni, perlopiù a suon di sforbiciate ai trasferimenti dalle casse centrali a quelle locali, sarà di 5 miliardi di euro il primo anno e altri 5 in quello successivo. Un taglio definito «insostenibile» dal presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani. Sulla sanità è ancora da definire la questione dei ticket. Proprio per evitarne il ricorso, governo e regioni avevano previsto nel Patto della salute 2010 una copertura di circa 830 milioni di euro a carico dello Stato. Ora si dovrà vedere come far conciliare le due disposizioni. Preoccupazione anche per il taglio del 10 per cento ai singoli ministeri perché si teme che i ministri potrebbero rivalersi su tutti quei settori di competenza regionale che non gestiscono direttamente. Per il comparto dei Comuni e delle Province, invece, si parla di tagli pari a 1 miliardo e 100 per il 2011 e 2 miliardi e 100 per il 2012. Nel provvedimento si contemplerebbe, tra l'altro, la riduzione del numero delle province. A conti fatti, se ne cancellerebbero cinque. L'Associazione nazionale dei comuni italiani in cambio chiede la restituzione subito di 500 milioni di euro dei circa 900 già tagliati tra fondo sociale e ici sulla prima casa. In secondo luogo spinge per una rimodulazione del Patto di stabilità per il biennio 2011-2012 e per mantenere i tempi stabiliti per il decreto attuativo sul federalismo fiscale. C'è poi la questione degli immobili non accatastati. Saranno trasferiti ai comuni le mappe e gli elenchi per permettere gli accertamenti fiscali da parte delle autorità competenti. Il vice presidente dell'Upi, Dario Galli, con delega alla Finanza ha chiesto che i lavori per gli interventi sugli edifici scolastici, per i dissesti idrogeologici e il pagamento dei fornitori che hanno regolarmente svolto il loro lavoro possano avvenire rivedendo la stesura del Patto di stabilità.

Dai blog