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Adesso Visco se la ride mentre Prodi dà lezioni

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VincenzoVisco, «padre» della tracciabilità dei pagamenti, cerca di prendersi la sua rivincita personale e, parlando con l'Ansa, commenta così le misure che il governo sta studiano per combattere i fenomeni dei pagamenti in nero. Visco, pur conoscendo bene il tipo di misure, non dà stime di gettito ma sottolinea: «Per il solo fatto di avere messo quelle misure ci fu un aumento di gettito clamoroso da un anno all'altro». Ma, sottolinea, tornare a quegli strumenti di lotta all'evasione fiscale vuol dire «non solo recuperare gettito ma anche senso etico. C'è una assoluta disparità di trattamento fiscale tra i redditi che hanno la ritenuta alla fonte e gli altri che non sono tracciabili. Oggi le nuove tecnologie consentono di superare queste disparità e riportare giustizia». Visco ritiene che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti «possa fare marcia indietro perché la situazione finanziaria è molto complicata e dunque ritiene che bisogna riprendere la lotta all'evasione. Ha già reintrodotto surrettiziamente l'elenco clienti-fornitori» che aveva abolito insieme ad altre norme con uno dei primi provvedimenti fiscali. Ma Visco non è il solo alla ricerca di rivincite. Anche Romano Prodi, infatti, dice la sua sulla Manovra. «Una manovra correttiva - scrive sul Messaggero - è sempre un esercizio difficile. Lo è ancora di più quando si è incessantemente ripetuto che non vi è niente da correggere. Comunque, visto che le correzioni sono necessarie è bene farlo in fretta, in modo da renderci più tranquillamente al riparo dalle tempeste che in qusti giorni impazzano in Europa». «Non avendo oggi alcuna possibilità di sapere come questi 27 miliardi saranno raccolti - aggiunge - e avendo ragionati dubbi che la quasi totalità di essi possa venire da generici risparmi della spesa, mi sembra opportuno che il ministro dell'Economia si ponga almeno l'obiettivo di non squilibrare ulteriormente la distribuzione del reddito». Questo, ammette Prodi, «non è certo un compito facile, soprattutto quando si è abolita l'Ici anche per le categorie di reddito più elevate e quando ogni suggerimento di usare le imposte a scopo redistributivo viene ritenuto un modo illegittimo di mettere le mani in tasca agli italiani». «D'altra parte - osserva ancora il Professore - il mestiere di ministro dell'Economia non è mai stato popolare. Tuttavia i peggiori ministri sono sempre stati quelli che hanno cercato la popolarità a ogni costo». E mentre Prodi e Visco tirano acqua al loro mulitno, l'opposizione attaca la Manovra. «C'è bisogno di una manovra dura - dice Pier Luigi Bersani da Pechino - e difficile. Temo che il governo non voglia metterci la faccia e dire qual è il problema reale, senza affrontare il problema strutturale». E se Antonio Di Pietro parla di «macelleri sociale», Massimo D'Alema apre cautamente al governo. Quando «ci faranno vedere le carte» e «se Berlusconi ci metterà la faccia», allora «discuteremo», dice il presidente del Copasir.

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