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Olimpiadi, la Lega presenta il conto

Presentazione della candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020

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Perso il primo premio, ora la Lega punta a quello di consolazione. La sonora bocciatura data a Venezia dal Coni non solo chiude definitivamente nel cassetto i sogni dei nordisti di vedere approdare nella città lagunare le Olimpiadi del 2020 ma si trasforma in motivo di rivalsa nei confronti della Capitale. Più rabbia quindi che delusione. Una sorta di voglia di rivalsa verso quella Roma che, dopo anni, torna ad essere «ladrona» e che, come ha ribadito Luca Zaia, Governador de Venesia, «il Nord non perdona». E così il Carroccio torna al contrattacco e presenta il conto. Per prima cosa tenta di non perdere tutto il possibile «pacchetto» olimpico lanciando un ticket Roma-Venezia: «Chiederemo alla politica - dice Zaia - un intervento forte per candidare Venezia a tutte le discipline acquatiche e Roma a quelle terrestri». Ipotesi che fonti molto vicine al mondo dello sport e al Coni, escludono a priori sia perché mai si è verificato che le Olimpiadi si svolgessere in due città diverse sia perché, portare avanti una scelta del genere, potrebbe portare a un'immediata esclusione di Roma da parte del Cio. Ma la strategia è chiara: giocare al rialzo, chiedere il più possibile per ottenere qualcosa. E così l'attenzione si sposta subito sui Mondiali di Sci alpino del 2015. «Cortina d'Ampezzo, rilancia Zaia, ha tutte le carte in regola per candidarsi ad ospitare i prossimi mondiali. La "perla delle Dolomiti" saprebbe offrire un palcoscenico unico in termini di pubblico e di paesaggio». Una corsa contro il tempo per l'Italia che ha i giorni contati per non lasciarsi scappare un appuntamento così importante: la scelta infatti sarà presa il 3 giugno ad Antalya, in Turchia, e Cortina ha concorrenti di ferro, come Saint Moritz e Vail. E se questo ancora non fosse sufficiente ecco che un altro leghista, il deputato monzese e coodinatore federale del Movimento giovani padani, Paolo Grimoldi, ha tuonato: «Ora Roma ingordona rinunci allo scippo del Gran Premio di Formula Uno lasciandolo alla sua collocazione naturale che è Monza».   E conclude con un pizzico di polemica: «da difensore delle tradizioni sono disposto ad aiutare i romani a organizzare una corsa delle bighe». Ma non solo la Lega si lecca le ferite. Tra le reazioni più dure contro Roma però sono scesi in campo anche l'ex sindaco Democratico di Venezia Massimo Cacciari («quella di Roma è una scelta conservatrice, priva di fantasia) e Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto e attuale ministro dell'Agricoltura che definisce la scelta «un'ingiustizia, un errore». Eppure non mancano le voci fuori dal coro come quella della campionessa olimpica Federica Pellegrini che nonostante sia nata e vissuta a Venezia non nasconde di avere simpatie per la Capitale: «Roma, con il circolo canottieri Aniene è stata l'unica a credere in me in un momento difficile della mia vita. Venezia era impossibile potesse essere candidata». Le proteste dei nordisti intanto sono arrivare alle orecchie del sindaco di Roma, Gianni Alemanno che, ha replicato: «Credo che Venezia debba avere dei compensativi perché la città deve diventare, visto che lo vuole e ha le energie, un grande scenario per eventi e competizioni sportive, ma non dimentichiamoci che a Roma abbiamo vinto solo il diritto a gareggiare, ad affrontare una sfida ancora più difficile. Quindi non abbiamo vinto nulla». Un diritto che, anche a Roma, non ha trovato tutti d'accordo. È il caso di Carlo Ripa di Meana che annuncia: «Per sostenerla finanziariamente finiremo come la Grecia».  

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