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L'Inps a caccia dei falsi invalidi

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L'Istitutonazionale per la previdenza sociale dichiara guerra ai falsi invalidi e con un'escalation di verifiche a partire da giugno cercherà di raggiungere l'obiettivo, poco gradito ai furbi dell'assistenza sociale, del 20% di pensioni revocate. Ad annunciare il giro di vite è il presidente dell'istituto, Antonio Mastrapasqua. E le sue cifre vanno a braccetto con il pallottoliere di Giulio Tremonti, che parlando da Bruxelles della manovra di bilancio aveva promesso il pugno duro con i finti invalidi. Tremonti può gioire soprattutto guardando al futuro, perché se i controlli effettuati da maggio 2009 a maggio 2010 si sono conclusi con il 17% di revoche, i nuovi controlli, 100 mila dal primo giugno, puntano più in alto, a quel 20% di tagli che serve ora più che mai alle casse dello Stato. Il miglioramento dovrebbe essere garantito dal fatto che le verifiche riguarderanno un campione già circoscritto dalle indagini passate. E, sottolinea il numero uno dell'Inps, si tratta di un intervento importante, visto che la spesa per gli assegni di invalidità è cresciuta del 36,4% negli ultimi cinque anni raggiungendo i 16 miliardi di euro. La lente dell'Inps non ha solo scoperto i furbetti; li ha anche spaventati. Nell'ultimo anno le nuove domande per ricevere assistenza economica dall'istituto sono crollate del 50%; e una su cinque è stata comunque rispedita al mittente. «L'altro nodo importante da sciogliere - spiega Mastrapasqua, - riguarda invece lo stock del passato: oltre 2 milioni e mezzo di invalidi. Un numero importante e un problema non da poco» che fa da zavorra alle risorse previdenziali. Ma chi è che «ci prova» di più? La mappa dei falsi invalidi sembra parlare soprattutto con accento meridonale. Nonostante i residenti al Sud siano quasi 10 milioni in meno che al Nord, il numero degli invalidi civili è praticamente lo stesso nelle due parti del paese. Le regioni con il più tasso di annullamenti di prestazioni sono state la Sicilia e la Sardegna (rispettivamente con il 21,97% e il 21,37%), seguite dalla Calabria (18,68%), dalla Puglia (16,50%) e dalla Campania (15,61%), le più virtuose Umbria, Marche e Molise. L'obiettivo non è solo far cassa. «Con questi controlli - sottolinea Mastrapasqua - non si risparmia sugli invalidi, si contiene la spesa sui falsi invalidi. Per noi è importante garantire le giuste prestazioni in tempi giusti ai veri invalidi». F. A.

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