Il Cavaliere resta il leader più amato
Gli italiani tornano ad avere fiducia in Silvio Berlusconi. Il dato emerge dall'ultima rilevazione di Crespi Ricerche. Secondo l'istituto, infatti, tra l'11 e il 18 maggio, la fiducia nel premier è salita al 56% (+4 rispetto ad aprile, +1 in una settimana). Certo, è comunque inferiore al 61,5% di gennaio, ma rappresenta un'inversione di tendenza importante in un momento in cui il governo è sotto attacco. Di tutt'altro tenore i dati forniti tre giorni fa da Ipr marketing, che parlano invece di un calo del gradimento (dal 44% di aprile al 41%) con il 55% degli italiani che dichiarano di avere «poca» o «nessuna fiducia» nel Cavaliere. C'è però un elemento non indifferente. Anche ammesso che Berlusconi abbia perso 3 punti nell'ultimo mese, resta comunque il leader europeo più forte. L'unico ad aver vinto le elezioni di medio termine e a non essere stato scavalcato dalle opposizioni nei sondaggi. Il confronto con Francia, Spagna e Germania è emblematico. La cancelliera Angela Merkel è reduce da una sonora batosta nel popolosissimo land del Nord Reno-Westfalia che Cdu e liberal democratici avevano conquistato nel 2005 dopo 39 anni di dominio socialista. La coalizione di governo è passata dal 51% al 41,3% mentre i democristiani sono crollati al 34,6% (dieci punti in meno rispetto al 2005). La sconfitta ha inevitabilmente trascinato la Merkel verso il basso e secondo i sondaggi, se si votasse oggi in Germania, la coalizione governativa si fermerebbe al 39% (alle politiche del 2009 prese il 48,4%) mentre le opposizioni, insieme, raggiungerebbero il 56% (Spd 28%, Verdi al massimo storico con il 17%, Linke all'11%). Ma se Angela piange, anche Nicolas Sarkozy non ride. Il presidente francese le elezioni regionali le ha perse lo scorso marzo, quando i socialisti hanno ottenuto il 54% dei consensi a livello nazionale con il 36% dei partiti di governo. Da quel momento in poi tutto ciò che poteva andare male è andato male. È stato addirittura organizzato un inedito «No Sarkozy day». E senza neanche una legge ad personam contro cui protestare. Nel frattempo i soliti sondaggi hanno fatto sapere che, in un ipotetico primo turno di presidenziali, il segretario del Ps Martine Aubry avrebbe la meglio. Non solo, ma Sarkozy sarebbe addirittura sgradito al 69% dei francesi. Un grado di impopolarità che mai nessuno, prima di lui, aveva ottenuto (Chirac si era fermato al 47%, Mitterand al 58%, Giscard d'Estaing al 42%). Poi è cominciato il «fuoco amico» con l'ex premier Alain Juppè che ha fatto sapere di essere disponibile a candidarsi per l'Ump alle presidenziali 2012. Mentre per l'appuntamento, nel campo opposto, sta scaldando i motori nientepopodimeno che Dominique Strauss-Kahn, il boss socialista in prestito al Fondo monetario internazionale. Un osso duro che già vola nelle tabelle dei sondaggisti. E se in Spagna il premier Zapatero, nonostante la maggior parte dei cittadini pensi che la crisi economica sia stata mal gestita, recupera qualche punto di distacco dal Partito popolare guidato da Rajoy (il Pp è passato dal 40% al 39,5% dei consensi il Psoe dal 36,2% al 38%), dall'altra parte dell'Oceano trema addirittura Barack Obama. Secondo le ultime rilevazioni, infatti, la metà degli americani sostiene che il presidente stia facendo poco per aiutare la classe media e stia gestendo male sia l'economia sia la riforma sanitaria. Un dato tutt'altro che incoraggiante in vista delle elezioni di metà mandato di novembre. Ma Obama ha comunque un po' di tempo per recuperare. I suoi omologhi europei possono invece consolarsi con un altro sondaggio. Sarkozy è infatti il leader preferito dai cittadini greci, seguito da Zapatero. Ultimo posto per Merkel. Che tragedia.