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Spiagge e fiumi passano direttamente a regioni, province e comuni senza bisogno di richiesta da parte degli enti locali

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Arrivail fondo di perequazione per i debiti locali e pubblici e il fondo immobiliare sarà aperto a privati. Sono le principali novità del decreto attuativo del federalismo demaniale, che oggi il consiglio dei ministri varerà, con le modifiche proposte dalla commissione per l'Attuazione del federalismo fiscale. Tra le novità più importanti introdotte nel decreto c'è il trasferimento del demanio marittimo e idrico, che non sarà più proposto a regioni, comuni e province, ma sarà direttamente trasferito alle regioni, anche se non presenteranno la richiesta. Il fondo di perequazione che viene introdotto prevede che il ricavato dell'alienazione dei beni vada per il 75% a riduzione del debito degli enti, mentre il restante 25% andrà ad un fondo di ammortamento del debito nazionale. I fiumi di rilevanza nazionale, come il Po, resteranno allo Stato. Mentre i laghi passano alle regioni, anche se interessano più enti territoriali (lago di Garda, Maggio e d'Iseo), ma solo se trovano un'intesa. Altra novità, il fondo immobiliare pubblico si apre ai privati, anche ai fondi istituzionali, solo dopo l'avvenuta valorizzazione del bene. La Cassa depositi e prestiti potrà partecipare ai fondi immobiliari, ai quali possono essere conferiti beni. I Dpcm con cui saranno individuati i beni che potranno passare alle regioni, dovranno essere emanati entro sei mesi (180 giorni) dalla data di entrata in vigore del decreto. Mentre gli enti interessati ad acquisire i beni avranno 60 giorni di tempo per presentare la domanda. E l'Agenzia del demanio avrà 45 giorni per stilare l'elenco dei beni esclusi dal trasferimento, accompagnato con le motivazioni che hanno portato all'esclusione del bene. Quanto ai tempi entro 6 mesi dall'entrata in vigore il governo emana dei decreti con l'elenco dei beni disponibili ed entro un mese i Comuni fanno domanda di acquisizione all'Agenzia indicando anche un piano per la loro valorizzazione. Tra i beni trasferibili ai comuni ci sono anche, previa autorizzazione dell'Autorità portuale, anche aree dei porti in disuso e agli enti possono andare anche gli aeroporti di interesse locale o regionale. I beni non richiesti tornano come patrimonio vincolato all'Agenzia del Demanio. Ogni due anni vengono redatti nuovi elenchi. Passibili di commissariamento gli enti che non rispettano gli obiettivi indicati nella domanda di acquisizione in tempi certi. Nessun bene viene trasferito alle autonomie con i conti in rosso. Il decreto ribadisce anche la clausola di salvaguardia finanziaria prevista nella legge delega. Dalla prima finanziaria utile vengono tagliati agli enti trasferimenti in base alle minori entrate erariali dovute a cessione di beni. Le spese relative alla valorizzazione un bene o un gruppo di beni trasferiti non pesano ai fini del patto di stabilità interno. I Comuni possono anche decidere di vendere un bene ma solo se c'è l'ok dell'Agenzia del Demanio e «previa valorizzazione attraverso le procedure per l'adozione delle varianti» urbanistiche. Le risorse derivanti dalle vendite vanno per il 75% alla riduzione e per il 25% al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato. I beni possono anche essere conferiti a fondi immobiliari, che sono comunque chiusi, sotto il controllo della Consob, e ai quali può partecipare anche la Cassa Depositi e prestiti. Laghi, fiumi, spiagge, vanno «direttamente» alle regioni con un decreto che il governo deve emanare entro 6 mesi dall'entrata in vigore del decreto. Una quota dei proventi dei canoni di concessione di quei beni va alle province. Il demanio che viene trasferito, non potrà in ogni caso essere venduto. I fiumi che attraversano più regioni restano in capo allo Stato. I laghi che bagnano sponde di più regioni sono invece trasferibili alle regioni se c'è un'intesa tra di loro. Laghi come quello di Bracciano, «chiusi e privi di emissari di superficie» vanno alle province. Miniere e loro «pertinenze» alle province ma escludendo i giacimenti petroliferi e di gas e i siti di stoccaggio di gas naturale. Oltre al Quirinale, anche i palazzi delle Camere, e quelli di rilevanza costituzionale, vengono esclusi dai trasferimenti. Fuori dai trasferimenti anche i parchi e le riserve naturali, le grandi arterie stradali e le ferrovie. Il testo prevede la possibilita che al trasferimento di funzioni possa corrispondere il «trasferimento del personale per evitare duplicazione di funzioni».

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