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Santoro e la Rai: addio per finta

Michele Santoro

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Santoro lascia la Rai ma resta. La Rai, al termine di un lungo Cda, fa sapere di aver raggiunto un accordo consensuale con il conduttore di Annozero sul fatto che non sarà più dipendente dell'azienda. Lascia. Ma probabilmente raddoppia. Continueremo a vederlo, magari in un altro format. La stessa Rai spiega nella nota che il giornalista continuerà a collaborare in altro modo. Quasi certamente l'anno prossimo realizzerà per conto della Rai dei docufiction. Ci sarà uno studio, lui e sempre lui ma stavolta da solo, senza ospiti. Appena qualche minuto e presenterà questi lavori che saranno lunghi documentari. Qualcosa che possa essere una sorta di anteprima si era già vista lo scorso anno con Corri bisonte corri. Insomma, un nuovo genere televisivo visto che Santoro da tempo - e questo non è un mistero - voleva sperimentare nuove soluzioni professionali. Probabilmente un effetto non di poco conto sarà il suo trasloco da RaiDue a RaiTre, la rete dalla quale proviene e che l'ha lanciato. D'altro canto lo stesso direttore del terzo canale, Antonio Di Bella, aveva già offerto ospitalità al conduttore di Annozero. Si vedrà il prossimo anno. Intanto il programma di Santoro andrà in onda fino al 10 giugno, quindi ancora per tre settimane. Farà senz'altro qualcosa che vuole. Il fatto di non essere più un dipendente Rai lo slega anche dal vincolo di esclusività. Il che significa che potrebbe anche continuare a lavorare in tv e non solo sulla tv pubblica, che comunque potrebbe utilizzarlo su qualche nuovo canale del digitale terrestre. Da tempo si parla di un suo sbarco anche su Sky, sempre più sulla linea anti-berlusconiana. Alla sinistra comunque non basta tutto ciò. E protesta lo stesso. Beppe Giulietti, portavoce dell'associazione Articolo 21 e deputati di Idv, mette le mani avanti: «Qualunque siano i termini della intesa ci auguriamo che ai cittadini non venga levata la possibilità di continuare a vedere Annozero una delle ultime isole non omologate». «La separazione sarà pure consensuale ma ormai - aggiunge - Santoro e la sua squadra erano costretti ad andare in onda con gli avvocati e con gli elmetti». Non ci sta Lucia Annunziata, conduttrice di In Mezz'Ora: «L'assenza di Santoro cambierà il volto della Rai. Sono profondamente dispiaciuta per questo passo, credo che l'azienda perda qualcosa di importante. Santoro è sempre stato ed è il giornalista più forte dove va fa cose buone», aggiunge. Gli fa eco Gad Lerner: «Mi auguro che questo non significhi l'abbandono della conduzione di Annozero o comunque la chiusura di uno spazio prezioso di pluralismo culturale». Il conduttore de L'Infedele aggiunge: «L'Italia non ha certo bisogno che si restringano ulteriormente gli spazi di pluralismo in televisione». Si mantiene più sul vago Maurizio Costanzo: «Sono contento se lui è contento. So che da tempo voleva occuparsi di docufiction». Sceglie invece l'ironia Bruno Vespa: «Si conferma che per Michele essere perseguitato si è rivelato un ottimo investimento. Sono molto contento che lui resti da noi, perché è un giornalista che conosce molto bene la televisione - aggiunge il conduttore di Porta a porta - Ero convinto e l'avevo detto da tempo che sarebbe stata trovata una soluzione con le docufiction. Per me è quindi tutto scontato e si conferma che per Michele essere perseguitato si è rivelato un ottimo investimento». Sul fronte politico niente dichiarazioni. La scelta era nell'aria e si attendeva solo l'accordo finale. Parla, solitario, solo Roberto Rao (Udc): «La Rai in buona parte è finanziata con i soldi del contribuente attraverso il pagamento del canone, per questo i telespettatori e tutti gli italiani hanno diritto di sapere subito, senza aspettare altro tempo, con la massima trasparenza e fin nei dettagli, le modalità e i termini economici che hanno portato alla clamorosa decisione della risoluzione consensuale del contratto di lavoro di Santoro con la Rai». «Quali sono i nuovi progetti che Santoro è chiamato a realizzare per l'azienda di servizio pubblico, se il rapporto rimane in esclusiva per la Rai, a quanto ammonta il costo complessivo dell'operazione e se vi sono stati intermediari che hanno ricevuto compensi per realizzare questo obiettivo. Dare subito risposte a queste domande - spiega Rao - è una operazione di trasparenza sempre necessaria, a maggior ragione in questo particolare momento in cui gli italiani saranno chiamati a nuovi ed ulteriori sacrifici».  

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