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Riciclaggio di due miliardi A giudizio dieci indagati

La sede a Milano di Fastweb in via Caracciolo

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Non si fermano i viaggi all'estero dei magistrati romani che indagano sul presunto maxi riciclaggio di due miliardi di euro. La procura di Roma, infatti, continuano a effettuare accertamenti in vari Paesi europei e paradisi fiscali dove gli ex dirigenti di Fastweb e Telecom Italia Sparkle avrebbero portato illecitamente denaro tra il 2003 e il 2007. L'indagine fa riferimento all'indagine che ha coinvolto, a vario titolo, ben 85 persone: dall'ex numero uno di Fastweb Silvio Scaglia, a diversi dirigenti della comunicazione. I magistrati romani Giancarlo Capaldo, Giovanni Bombardieri, Giovanni Leo e Francesca Passaniti, stanno infatti svolgendo accertamenti per individuare banche o cassette di sicurezza dove sarebbero stati occultati milioni e milioni di euro. Per dare un'accelerazione alle indagini, gli inquirenti romani hanno comunque chiesto il giudizio immediato per 10 degli 85 indagati coinvolti nell'inchiesta sul presunto maxiriciclaggio di due miliardi di euro. Riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e intestazione fittizia di beni sono i reati, a seconda delle singole posizioni processuali, contestati, tra gli altri, a Giulio Cordeschi, Marinella Buongiorno, Fabrizio Rubini, Giovanni Pizzi, Giovanni Pizzo, Marco Iannilli, Roberto Caboni, Maurizio Laurenti e Renzo Mattioli. Sul giudizio immediato si dovrà pronunciare il giudice per le indagini preliminari romano0 Aldo Morgigni. Due giorni fa, comunque, ha ottenuto gli arresti domiciliari Silvio Scaglia, ex amministratore delegato di Fastweb. Le porte del penitenziario romano di Rebibbia si apriranno però solo oggi per l'ex amministratore delegato di Fastweb. L'abitazione in Valle d'Aosta, dove l'indagato doveva essere trasferito ieri, è infatti risultata ancora sotto sequestro. Per questo motivo è stato necessario nominare un custode giudiziario dell'immobile, cioè la moglie di Scaglia. I sigilli alla casa saranno tolti oggi e solo allora l'ex amministratore delegato potrà farvi ingresso. Scaglia, coinvolto nell'inchiesta su un presunto maxi riciclaggio di due miliardi di euro, è rimasto in carcere 80 giorni. Per il manager piemontese l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata all'evasione fiscale. I difensori di Scaglia, infine, non demordono dalla richiesta di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare e si sono rivolti al Tribunale del riesame. Oggi i giudici si riuniranno per prendere una decisione: se concedere o meno la libertà all'uomo considerato dagli inquirentila mente del maxi riciclaggio di denaro.  

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