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Venezia chiede lo scrutinio segreto

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Maè stata anche sfida fatta di pressioni, tensioni e anche qualche colpo basso. L'ultimo, arrivato lunedì quando Bossi ha promesso ai «suoi» di spostare l'attenzione del premier sulla diatriba Roma-Venezia: a favore di quest'ultima ovviamente. Insomma a conti fatti, quelli che hanno agitato più le acque (sarà una roba territoriale!?) sono stati i lagunari convinti che qualcuno stesse giocando sporco sui tavoli romani. Al punto che, dopo i timori e le varie esternazioni del sindaco di Venezia Orsoni, ieri sull'argomento è entrato a gamba testa anche l'ex presidente delle Politiche Agricole nonchè governatore della regione Veneto Luca Zaia. «Chiediamo che comunque vada - ha detto Zaia che annuncia la sua presenza a Roma per l'evento - ci venga data immediata leggibilità dei criteri adottati: dal Coni ci aspettiamo la possibilità di verificare le carte». E si accoda alla richiesta del sindaco Orsoni che aveva auspicato la votazione del Consiglio Nazionale a scrutinio segreto. «Questo metodo - continua il presidente del Veneto - dovrebbe essere di prassi: la segretezza del voto è cosa che auspichiamo. Apprezzo il fatto che Petrucci ha detto che ancora non si è deciso; dobbiamo però stare attenti perché, nonostante alcuni conteggi diano Venezia in vantaggio, a Roma ci sono professionisti del voto. Hanno una lobby fortissima, dobbiamo essere altrettanto tenaci». Ma il realtà il Coni non sembra aver preso benissimo la richiesta di cambiare dei criteri che sono così da sempre e che hanno garantito finora trasparenza ed equità di giudizio. In soldoni la decisione di votare a scrutinio segreto potrebbe essere messa all'ordine del giorno all'inizio del Consiglio Nazionale, ma la possibilità di una sua attuazione sembra comunque improbabile. Tiz

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