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Il nuovo ristorante sul tetto della Galleria Sordi (Foto Pizzi)

Il tesoretto della Camera

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Eccola qui. Ci voleva proprio. La nuova buvette di Palazzo Chigi. Una terrazza sui tetti di Roma proprio nel cuore della Capitale. Un roof garden da sogno. Un bel bar, piccolo ma che offre un delizioso caffè. A prezzo irrisorio. Poi si esce sulla terrazza che ha un primo ambiente coperto da un gazebo bianco. A destra, pochi gradini portano su un balcone reso più gradevole da tavolini con vista sul meraviglioso edificio (in ristrutturazione) de La Rinascente di dannunziana memoria: fu il Vate a scegliere il nome. Sullo sfondo s'intravedono i tetti di via Veneto. E più su, fino al verde di villa Borghese. E ancora più su si staglia villa Medici. Tutto il pavimento è in legno, listelli color mogano scuro. I tavolini sono in ferro battuto coloro ghisa d'epoca. Ma il balconcino da sogno resta deserto, sono tutti sotto al gazebo. L'inaugurazione è stata bagnata dalla pioggia. A sinistra del grande ombrello invece un piccolo passaggio porta a una nuova zona su cui è stato attrezzato un piccolo chiostro dove si servono piatti leggeri: insalate, mozzerelline, prosciutto di Parma e carne. Più avanti ancora qualche gradino e altra balconata degna di nota. Se non altro perché la vista è sulla sede de Il Tempo. A parte gli scherzi, sotto si vede piazza Colonna, l'obelisco con la storia di Roma e la statua di San Paolo a un palmo dal naso. Di fronte palazzo Chigi, Montecitorio e i tetti e le cupole che s'infrangono sulla collina del Gianicolo. Inutile negarlo, è anche vagamente romantica. Nelle calde sere d'estate, la città eterna da qui è illuminata dagli indimenticabili tramonti rossi. Insomma, la terrazza bar di Palazzo Chigi è da far morire d'invidia. Assolutamente unica, persino il Pincio sembra più distaccato e meno immerso nella città. Siamo sul tetto della Galleria Colonna, ribattezzata Galleria Sordi. L'ingresso è da largo Chigi, ascensore sino al quarto piano e rampetta di scale. Qui hanno i loro uffici i ministri delle Pari Opportunità (Mara Carfagna), della Gioventù (Giorgia Meloni), dell'Attuazione del Programma (Gianfranco Rotondi) dei Rapporti con il Parlamento, (Elio Vito), e delle Riforme (Umberto Bossi). A far davvero mordere le mani, però, sono i prezzi. Un caffè 55 centesimi, tè e infusi 80, un aperitivo 1.50 euro (ma per ora si servono solo analcolici, almeno quello!), un tramezzino la stessa cifra. Nenche alla tanto rinomata e pluricitata come simbolo dello spreco buvette della Camera si vedono questi affari. A Montecitorio il caffè costa 70 centesimi, il tè 80, l'aperitivo due euro, il tramezzino pure. Per politici e travet una vera pacchia, non c'è che dire. Basti immaginare che appena cinque piani più sotto, giusto in galleria, i prezzi sono quasi una volta e mezzo. Al bar Illy, uno per ogni navata, il caffè costa 90 centesimi, l'aperitivo analcolico due euro, il tramezzino 2.30. Ma anche qui c'è da distinguere. Se nell'happy hour si preferisce un bel prosecchino, c'è da sborsare fino a cinque euro. A Palazzo Chigi no. Se la passano bene visto che la terrazza bar si va ad aggiungere a una mensa già aperta di recente in via della Mercede che da largo Chigi dista qualche minuto a piedi. Per la gioia di Brunetta al roof garden presidenziale non ci sono tornelli all'ingresso ma solo al portone: chi entra non ha limiti di tempo per pranzare. Se i dipendenti della presidenza del Consiglio hanno un motivo in più per sorridere, quelli di Camera e Senato non posso piangere. Per i lavoratori di Montecitorio c'è un self service con piatti freddi, carni e insalate, alcuni bar e una mensa a piazza San Silvestro; i dirigenti più alti, giornalisti e deputati hanno poi a disposizione anche il ristorante e la buvette. Quelli di palazzo Madama possono servirsi di bar nell'edificio principale, una mensa in piazza delle Coppelle e per vip anche qui c'è un ristorante e una buvette. Per quelli che lavorano nelle commissioni bicamerali ci sono mensa e bar sulla terrazza di piazza San Macuto con vista sul Pantheon. Insomma, per tutti.

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