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Il capo di gabinetto di Matteoli in procura

Il ministro Altero Matteoli

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L'accelerazione alle indagini c'è stata. Le procure che stanno cercando di far luce sul presunto giro di tangenti continuano infatti a interrogare indagati e testimoni. A tutti vengono chiesti chiarimenti sui vari rapporti che aveva la «cricca» con i vertici dei ministeri, della Protezione civile, con imprenditori, costruttori e magistrati. E a dover rispondere a queste domande anche il capo di gabinetto del ministro Altero Matteoli, Claudio Iafolla, e il capo legislativo dello stesso dicastero, Gerardo Mastrandrea. Insomma, la procura di Firenze vuole ascoltare entrambi in relazione alle rivelazioni fatte dagli indagati nel corso delle indagini, cioè sulle ricostruzioni dei fatti riguardanti i vari appalti affidati nel corso degli ultimi anni. Proprio quelli che hanno fatto finire nel registro degli indagati Angelo Balducci, Fabio De Santis, Mauro Della Giovampaola e Diego Anemone. Quest'ultimo considerato dai magistrati la mente della «cricca». «Io non andavo da Matteoli per farmi raccomandare all'Anas ...io andavo da Matteoli per parlare della Scuola marescialli e carabinieri ...Matteoli ha delegato Mastrandrea, Mastrandrea ha parlato continuamente e sempre con il professor Vinti...». Secondo quanto riferito dal costruttore, nel corso dell'interrogatorio spesso il ministro Matteoli delegava il capo legislativo per parlare con lui. E quindi, probabilmente, i magistrati chiederanno chiarimenti su quanto affermato dall'imprenditore Fusi lo scorso 17 marzo.   «Mi sono rivolto ai miei ...i miei interfaccia ...io mi sono rivolto nelle linee maestre, perché io sono andato dal Ministro, il Ministro se ne è lavato le mani ed ha nominato Mastrandrea...». Numerose volte, comunque, nelle migliaia e migliaia di pagine di intercettazioni e interrogatori gli indagati e le persone informate sui fatti hanno parlato del ministro Matteoli. La scelta dei pm fiorentini di convocare anche i due dirigenti del ministero è stata presa dopo aver ascoltato l'ex magistrato Antonio Di Pietro. Mentre i magistrati toscani continuano le loro audizioni, contemporaneamente i colleghi di Perugia, ai quali è stata data la competenza territoriale a indagare sui grandi eventi, convocano altri indagati. C'è infatti molta attesa a Perugia per l'interrogatorio fissato per oggi pomeriggio dell'architetto Angelo Zampolini, che ha svolto un ruolo determinante negli affari dell'imprenditore Diego Anemone. La deposizione di Zampolini, per il quale i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi hanno rinunciato a rinnovare la richiesta di custodia cautelare, potrebbe far luce sulle posizioni dell'ex ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e sul generale della Guardia di Finanza, ora all'Aisi, Francesco Pittorru. Solo a conclusione dell'interrogatorio di Zampolini e di altri atti istruttori, i magistrati di Perugia potrebbero decidere se convocare negli uffici giudiziari lo stesso Scajola. Allo stato, il nome dell'ex Ministro non figura nel registro degli indagati. Ma già il difensore del capo del dicastero ha fatto sapere che il suo assistito non si presenterà in procura. Il rischio, però, è che i pm, se otterranno l'autorizzazione dalla Camera dei deputati, potrebbero chiedere l'accompagnamento coatto di Scajola, poiché ascoltato come testimone e non come indagato. Il filone di quest'inchiesta è quello che fa riferimento al presunto giro di assegni circolari utilizzati per acquistare case di lusso nel cuore della Capitale in cambio di favori: la procura sta infatti indagando anche sull'appartamento comprato dall'ex ministro Claudio Scajola a due passi dal Colosseo. Il filone toscano, riguarda inotre, l'appalto per la Scuola marescialli: il 15 giugno inizierà il processo per Balducci, De Santis, Cerruti e Maria De Vito Piscicelli. Fra gli indagati, anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini e l'ex presidente della Btp costruzioni Riccardo Fusi.  

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