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Il tesoretto del Parlamento

I fondi del Parlamento sono il 15% in più delle esigenze previste

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Il Parlamento nasconde un tesoretto: quasi 252 milioni di euro. Soldi stanziati che, tuttavia, il Palazzo non spende. La Camera fa la parte del leone: nel bilancio 2009 compare un avanzo di amministrazione di 217 milioni di euro mentre il Senato può contare su 34,8 milioni. Un malloppo che è destinato a rimanere in cassa secondo le stesse previsioni dei tecnici del Parlamento. Sono fondi messi da parte. Potrebbero essere utilizzati nel caso le legislature finissero prima del tempo. A quel punto, infatti, le Camere si troverebbero a dover liquidare il Tfr di parecchi politici. Ma negli ultimi anni non ce n'è stato bisogno. Se dunque si continua a parlare di congelare gli aumenti che spettano agli statali o, addirittura, di far slittare l'uscita dal lavoro per i dipendenti che hanno già i requisiti, loro, i parlamentari, vanno avanti senza timori. La Camera dei deputati costa ogni anno 1,2 miliardi di euro, il Senato 575 milioni. A conti fatti, dunque, i soldi non usati sono quasi il 15% degli stanziamenti. Il gioco è semplice: basta dichiarare la necessità di fondi maggiori rispetto alle esigenze reali e arrivano i trasferimenti. Che poi restano in cassa. Anche perché sono già previsti soldi per eventuali emergenze: 6 milioni nei bilanci della Camera, quasi 17 in quelli del Senato. I 35 milioni messi da parte da Palazzo Madama sono formati da 21 milioni di avanzo dell'esercizio dell'anno 2007 e da 13 milioni 700 mila e rotti del 2008 assegnati con deliberazioni del Consiglio di Presidenza rispettivamente del 28 febbraio 2008 e del 21 aprile 2009. A pensarci, quei soldi potrebbero contribuire a coprire i buchi nei contratti dei lavoratori o, almeno, ad evitare che le finestre per conquistare la pensione vengano sbarrate chiedendo ai dipendenti pubblici di restare al proprio posto. Ma non c'è niente da fare. Non si toccano. Serviranno, forse, ai parlamentari. Che già si consentono spese non proprio necessarie: 400 mila euro all'anno di agendine, 300 mila per i corsi di lingue straniere, 292 mila di cartoncini e buste personalizzate, 70 mila per le macchinette del caffé, 48 mila euro per il controllo annuale della sala fumatori. Poi ci sono i rimborsi. Soltanto per i trasporti degli ex senatori spendiamo un milione e 810 mila euro all'anno, che si aggiungono agli 81 milioni di vitalizi. Poi ci sono pranzi e cene di politici e assistenti: in tutto 9 milioni di euro. Soltanto la buvette di Montecitorio costa ogni anno 5 milioni. Infine le auto blu e i rimborsi per i trasporti che per i senatori costano più di 7 milioni di euro, per i deputati 11 milioni e mezzo. Mentre fuori dai Palazzi la crisi continua e i cittadini faticano ad arrivare alla fine del mese.

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