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Donne di ferro dietro ai mariti

Il ministro Sandro Bondi con la compagna Manuela Repetti

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Quello della moglie di Claudio Scajola, smentita dopo poche ore dal marito dopo aver tentato una sua difesa, rappresenta forse un unicum. Ma di donne che «scendono in campo» cercando di aiutare i loro compagni politici finiti in disgrazia, ce ne sono parecchie. Storico - stoico - l'atteggiamento di Hillary Clinton: quando Bill nega l'affaire Lewinsky lei lo difende, quando lui fa un passo indietro e ammette, lei perdona. Coraggiose anche le donne di casa nostra. Come dimenticare Roberta Serdoz e la sua scelta di rimanere al fianco del marito Piero Marrazzo? Lui veniva travolto dallo scandalo dei trans - fu lei stessa a leggere la notizia del video che lo incriminava durante «Linea notte» su Raitre - e lei disse che insieme avrebbero superato anche quel terribile momento. Quando fu, invece, l'allora portavoce di Romano Prodi Silvio Sircana ad essere sbattuto su tutti i giornali perché una foto lo immortalava in macchina mentre si fermava accanto a un trans, la moglie Livia Aymonino lo difese in modo netto, non credendo a quello che lei definì «gossip». Semplicemente liquidò la cosa con un netto «non ho nulla da perdonare a mio marito». Quando il polverone che travolge un uomo politico è di carattere giudiziario, la cosa si complica, ma il gentil sesso non si tira indietro. Quando a dimettersi fu Clemente Mastella, ministro della Giustizia dell'ultimo governo Prodi, allora indagato nell'ambito dell'inchiesta sui presunti casi di concussione nella sanità campana, la moglie Sandra Lonardo lo difese fermamente nonostante i sette reati che allora gli venivano contestati. In questo caso, peraltro, lui ricambiò il favore, manifestando fiducia totale nonostante gli ordini di arresto ai domiciliari recapitati a carico della moglie dai magistrati nell'ambito della stessa inchiesta. Per venire agli ultimi giorni, accorata la lettera inviata due giorni fa a Il Giornale da Manuela Repetti, deputata del Pdl e compagna di Sandro Bondi. Lui, che indagato non è, nella scorsa settimana si è definito esposto «ad ogni genere di supposizioni, di sospetti e di diffamazioni» legati all'inchiesta sulla «cricca» degli appalti. Lei, allora, ha deciso di intervenire, ritrovando in quello che sta succedendo al ministro dei Beni culturali quanto raccontato da Kafka nel romanzo Il processo, in cui il protagonista - innocente - viene accusato, arrestato e processato senza mai conoscere il motivo e alla fine muore soccombendo alla condanna.   «Ebbene io sono assolutamente certa - scrive la Repetti - nel caso di Sandro, conoscendolo quasi più di me stessa, essendone la compagna, che non si troverà il benché minimo capo di imputazione per la semplice ragione della sua totale inesistenza». Segue una vera e propria denuncia del «linciaggio mediatico» nei confronti di una persona «che si differenzia per onestà». Il gentil sesso si fa avanti, insomma, e, alle volte, guai a non dargli retta. Avrà i suoi buoni motivi Claudio Scajola, ma è sempre bene stare attenti e valutare bene cosa dicono le proprie spose. La storia, infatti, come spesso accade, qualcosa ci insegna. Il primo a non ascoltare quanto detto dalla propria consorte la pagò molto cara. Calpurnia, la moglie del governatore romano Giulio Cesare, gli predisse il suo assassinio, poiché visto in un sogno. Così pregò il marito di non andare al Senato nelle idi di marzo. Nel 44, erano le idi di marzo, Giulio Cesare si recò al Senato. Come andò a finire la storia, lo sappiamo. Alla povera Calpurnia non rimase neanche la possibilità di dire «te lo avevo detto», tanto amato dalle donne.  

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