Il Carroccio mette le mani in tasca ai magistrati
Prontala replica dell'associazione magistrati che polemicamente propone prima di portare gli stipendi dei magistrati a livello dei parlamentari e poi di preoccuparsi di tagliarli. Il botta e risposta tra il leader della lega e Luca Palamara, presidente dell'Anm, si materializza quando appare oramai scontato il sacrificio imposto alla politica per contribuire alla manovra. E contribuisce ad infiammare il dibattito tra maggioranza e opposizione che, diffidente e in asse con i sindacati, punta il dito contro il governo. «Dopo due anni di politica economica sbagliata ed ingiusta - dice Pierluigi Bersani, segretario del Pd - adesso ci dirà che facciamo la manovra perchè c'è la Grecia». Il Pd tuttavia - se il governo farà in modo di favorire la crescita, colpire i privilegi, varare norme contro l'evasione fiscale - è pronto a fare la sua parte in Parlamento. Non così l'Idv, che invita il premier ad «andare a casa», perchè «non ha l'autorità morale per governare la crisi, che ha sempre negata, impegnato com'era a risolvere i suoi guai giudiziari e i suoi problemi personali». Intanto il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta cerca di offrire garanzie su una manovra che arriverà a toccare, secondo le prime indiscrezioni, i 27,6 miliardi di euro. «Non si metteranno le mani in tasca agli italiani», assicura Brunetta, che promette «lotta all'evasione e tagli agli sprechi». Allo studio «lo slittamento di qualche mese delle finestre pensionistiche» e la razionalizzazione delle spese, a partire da quelle sulle auto-blù prima e sugli edifici-blu dopo.