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Si moltiplicano le proposte anticrisi che riguardano i parlamentari.

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Gasparriparla che della «riduzione del numero dei parlamentari che il centro destra varò e che il referendum delle sinistre impedì» e della necesità di «tagli vistosi ai trattamenti di banchieri, manager e alti funzionari pubblici e privati che guadagnano ben più dei politici». «I quali a loro volta - sostiene Gasparri - devono garantire seri stili di vita. Niente case da enti o da ricchi amici. Niente parenti con corsie privilegiate nelle anticamere giuste». Daniela Santanchè, sottosegretario all'attuazione del programma, rilancia raddoppiando la percentuale di Calderoli: un taglio del 10% degli stipendi non solo di parlamentari e ministri ma anche degli amministratori locali, a tutti i livelli ed un appello ai coordinatori del Pdl affinchè predispongano una «lista» di adesione a chi nel palazzo e nei ministeri rinuncerà al privilegio dell'auto blu. Francesco Casoli, vicepresidente dei senatori del Pdl, invita il Pd «a non ascoltare le sirene dell'Italia dei Valori e a sostenere in Aula le iniziative del governo». Lucio Malan (Pdl), segretario di presidenza del Senato, punta il dito sul «lievitare delle spese per certi grand commis, alti papaveri, direttori galattici, mega consulenti, eletti da nessuno, e non tutti così capaci e onesti, come si legge in questi giorni. Si potrebbe, ad esempio, tagliare del 10% la parte che supera gli 80mila euro lordi per tutti i dipendenti e i consulenti pagati con il denaro pubblico». Per Anna Maria Bernini, portavoce vicario del Pdl, «i tagli di spesa pubblica, a partire dagli stipendi dei parlamentari, devono essere di esempio e sprone per liberare le energie positive e favorire la crescita e lo sviluppo delle potenzialità del paese». Francesco Giro sottosegretario ai Beni Culturali propone un taglio più drastico per i parlamentari ma fa anche delle distinzioni. «I parlamentari senza altro incarico istituzionale guadagnano 13.500 euro circa e godono di privilegi previdenziali e assistenziali-sanitari notevolissimi. Credo che se guadagnassero 9 o 10mila euro mese non sia per loro un dramma». «La stessa cosa - aggiunge il sottosegretario - per i consiglieri regionali che hanno stipendi ormai identici. E la stessa cosa per alcuni alti funzionari dello Stato superpagati». «Quanto ai consiglieri provinciali, comunali, municipali - precisa Giro - hanno già compensi bassi e talvolta da fame e non credo che un taglio sia una cosa fattibile. Un consigliere municipale di Roma guadagna in gettoni non previdenziati nè assicurati 500 euro mese. E un consigliere comunale di Roma non supera i duemila euro, anch'essi in gettoni non previdenziati». Va all'attacco la presidente del Pd, Rosy Bindi. «Il governo fa annunci singolari. Per due anni questo governo ci ha detto che la crisi non c'era, che l'Italia sta meglio di altri paesi, adesso invece annuncia una manovra assolutamente tradizionale». L.D.P.

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