Il risultato delle elezioni universitarie per il Cnsu con la ottima performance delle liste del Centrodestra spazza via, in un sol colpo, vecchie certezze e infondati luoghi comuni
L'altaaffluenza alle urne, soprattutto al Sud, cancella l'idea che l'astensione sia la sola vincitrice della consultazione; via l'opinione che gli studenti universitari siano, in maggioranza, schierati a sinistra e dunque antigovernativi a prescindere e che i gruppi estremisti (di destra e sinistra) siano un'espressione politica trascinante all'interno dell'università. Restano, anzi sono, inesistenti: basta sottolineare il fatto che le elezioni si sono svolte serenamente e senza incidenti. Infine crolla anche il luogo comune che vede l'Onda pronta a invadere gli atenei. «E invece i ragazzi stanno con il governo Berlusconi» esulta Francesco Pasquali, coordinatore nazionale dei giovani del Pdl. «C'è voglia di cambiamento - prosegue Pasquali - gli studenti hanno riposto la loro fiducia nel merito che è, poi, il perno della riforma Gelmini ed è stato il nostro cavallo di battaglia». Avete fatto la campagna elettorale? «A risorse zero, non avevamo un euro, tanto per intenderci. I nostri candidati sono andati a parlare direttamente con gli studenti all'interno degli atenei. E basta, niente manifesti, e cartelloni». Come spiegare l'aumento dell'affluenza alle urne? «C'è voglia di partecipazione, di fare politica sana e costruttiva. Questo successo è stato clamoroso al Sud. In Campania Pietro Smarrazzo ha preso undicimila preferenze, il siciliano Emanuele Maniscalco, a Catania, ne ha prese quattromila, un altro catanese Giuseppe Castiglione addirittura novemila. Davvero una valanga». E nella Capitale? «Al Centro la prima eletta della lista unitaria Pdl Simona Caridi (ex Forza Italia) tremila preferenze, il secondo Matteo Paternoster (ex An) duemila e ottocento. L'elettorato, da noi, è più basso. I votanti non hanno mai sfondato il muro del 20% degli aventi diritto». E infatti gli studenti romani «da sempre» snobbano le elezioni per il «parlamentino» studentesco. «Queste consultazioni - prosegue Pasquali - sono invece molto sentite dai fuorisede che fanno più vita universitaria e attività politica all'interno dell'ateneo. Ad esempio la Caridi è una studentessa calabrese della Sapienza, sorella di un neo assessore della Giunta Scopelliti». Allora è stata votata da tutti i fuorisede calabresi? «Può essere ma bisogna tener conto anche dei campanilismi che sono molto forti». Il Pdl s'è presentato con lista unitaria al Centro, al Nord Est e al Nord Ovest e separato con due liste Studenti per la Libertà (ex Forza Italia) e Azione Universitaria (ex An) al Collegio del Sud, una scelta strategica vincente. Al Centro forse scatta anche il terzo seggio: «Me l'ha confermato l'altra sera il Ministro Meloni durante la cena per il festeggiare il compleanno della Polverini» dice Pasquali. Due seggi per i cattolici, un seggio per l'Udc che non ha preso nulla al Sud. In pratica come si può commentare questa escalation degli studenti di centrodestra? «Gli studenti vogliono fare davvero gli studenti. A dispetto degli strombazzati roghi alla Gelmini, alle barricate minacciate dall'Onda c'è una reazione a cambiare le cose. Non chiedono la luna. Vogliono solo un'università a misura di studente. La possibilità di poter avere un contatto più facile con i prof, di velocizzare la burocrazia che fa diventare l'università un parcheggio. I ragazzi vogliono abbattere i tempi morti e avere un dialogo più attivo con il mondo del lavoro. Si chiedono: Dopo che facciamo? Sono pragmatici, hanno capito che le rivolte e le occupazioni sono solo perdite di tempo. Ecco perché il clima di tensione tanto paventato alla vigilia delle consultazioni non corrisponde a realtà». Eppure per il segretario nazionale dei Giovani Democratici le elezioni per il Cnsu sono state un successone. «La lista dei giovani di Bersani (Rete Universitaria Italiana) ha perso e sono i numeri a dirlo. Nel collegio elettorale del Sud infatti il Pd non ha preso nessun eletto, l'unico candidato eletto appartiene all'Udu, lista storicamente legata alla Cgil. Anche negli atenei dove il PdL ha totalizzato ben 3 eletti, il Pd ha fallito. Da Nord a Sud il segnale è chiaro: alla sinistra nelle università restano solo i baroni. Gli studenti universitari, specie al Sud Italia, hanno confermato che la cosiddetta Onda è solo un fenomeno giornalistico, tanto che la sinistra ha eletto un solo candidato. Altro che dissenso contro il Governo Berlusconi, siamo di fronte a una promozione a pieni voti». Il Cnsu è formato da 30 rappresentanti, in carica tre anni, così ripartiti: 28 componenti (7 per ciascuno dei 4 macro-distretti elettorali) sono eletti dagli studenti iscritti a tutti i corsi di laurea, 1 viene eletto dagli iscritti ai corsi di specializzazione e 1 invece dagli iscritti ai corsi di dottorato di ricerca. Quest'anno alcune liste «civiche» si sono sganciate dalle liste partitiche, convinte di potercela fare. Altre hanno boicottato la consultazione come i Giovani Comunisti: la polemica è che il Cnsu viene strumentalizzato dai candidati come «trampolino di lancio» per una fulgida carriera da politico istituzionale. «Macchè - ride Pasquali - ci sono altri luoghi per farsi le ossa».