A sinistra torna la forca
A sinistra rispuntano i forcaioli. La lista di Anemone scatena l'immediata reazione dei giustizialisti duri e puri che, a testa bassa, partono all'attacco. E stavolta, un po' a sorpresa, anche il Pd si accoda ad Antonio Di Pietro. Anzi, quasi lo precede. Incurante del fatto che, ad ora, la lista di oltre 400 nomi sia solamente un mucchietto di fogli senza alcun valore processuale (non è nel fascicolo della Procura ndr) Pier Luigi Bersani spara senza pietà: «Bisogna andare assolutamente a fondo perché con tutta evidenza non si tratta di una somma di casi, ma di un meccanismo che ha origini in un'intenzionalità politica di allargamento di appalti riservati e fuori gara in un'applicazione distorta delle direttive comunitarie». «Il governo - insiste - lasci fare alla magistratura il suo compito e dica che cosa pensa del meccanismo perché su questo il Pd andrà a fondo altro che cautela. L'esecutivo deve mettere mano all'impianto altrimenti la corruzione dilagherà». E mentre chiede a Bertolaso «di fare un passo indietro in nome del buon nome della Protezione civile», risponde alla domanda che tutti, in maniera bipartisan, si pongono: è una nuova Tangentopoli? «Magari la chiameranno in un altro modo - commenta -, ma la cosa è profonda e seria. Chi lavora per bene nel campo degli appalti sa bene che c'erano dei meccanismi che li escludevano a priori». Poi, forse consapevole del rischio che correrebbe qualora tutto si risolvesse in una bolla di sapone, spiega: «Quando dico "andare fino in fondo" non mi riferisco alla lista pubblicata dai giornali, che dovrà essere verificata dalla magistratura. Tutto quanto però deriva da un meccanismo per il quale in Italia si è andati in deroga alle norme comunitarie sugli appalti: sono state tolte le gare e tutto è stato messo in procedure di assegnazione non trasparenti. Dobbiamo andare a fondo nella verifica di questi meccanismi». Bersani contesta anche la tesi di Berlusconi secondo il quale queste vicende dipendono solo da poche «mele marce»: «Di mele marce ce ne saranno anche a iosa. Ma ogni volta che ci dicevano di accelerare sulla costruzione del carcere o sui rifiuti, andando in deroga a regole e gare, entravamo in questo meccanismo». Antonio Di Pietro, invece, pensa già al futuro. L'esecutivo, avverte il leader dell'Idv, «può cadere dall'oggi al domani» e «se scatta l'emergenza noi non siamo preparati». «In un momento del genere - aggiunge - rivolgo un'accorata preghiera a Pier Luigi Bersani: non possiamo più dire che è troppo presto per formare la coalizione». Nel frattempo il capogruppo dell'Italia dei valori alla Camera Massimo Donadi chiede l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta per «chiarire interessi e rapporti di questa "Spectre" di affaristi e funzionari».