Per tutti un aggravio di 60 euro Gli autonomi saranno i più colpiti

Allaquale va aggiunto un aggravio dell'Irap, l'imposta pagata da chi ha un'attività produttiva, che sarà ancora più pesante: per un lavoratore autonomo l'aumento viaggia sui 45 euro ma per le società di persone sarebbe in media di circa 130 euro, per le grandi imprese potrebbe essere a tre zeri. Il «conto», se per un cittadino simplex si fermerebbe a 60 euro, potrebbe salire a poco più di 100 per un lavoratore autonomo e a circa 190 euro per una piccola impresa. È questo il risultato dell'aumento «automatico» che potrebbe scattare nelle 4 regioni che, non riuscendo a riportare in equilibrio i propri conti sanitari, potrebbero ora dover adeguare le due loro maggiori imposte: Irap e addizionale Irpef. L'addizionale Irpef viene pagata da tutti i contribuenti residenti nella regione e si somma alle normali aliquote applicate dal fisco statale. Poichè, in base alle ultime dichiarazioni dei redditi, gli italiani indicano una media di 18.677 euro di reddito, l'incremento di 0,30% significa un rincaro di poco inferiore ai 60 euro. Tutte e quattro le regioni interessate applicano un'aliquota che è ora dell'1,40% e che quindi salirebbe a 1,70%. Le altre regioni, invece, non potranno variare le loro aliquote, «congelate» dalle ultime finanziarie. Anche sull'Irap le regioni ora nel mirino sono quasi tutti al livello massimo previsto, del 4,82%: cioè del 3,9% dell'aliquota ordinaria, ai quali si aggiungono 0,92 punti percentuali. Il tetto però non vale per chi sfora la sanità e quindi per Calabria, Campania, e Lazio si potrebbe arrivare a quota 4,97%. Il Molise, che è al 3,9% potrebbe salire al 4,05%. L'aggravio dipende molto dal livello del valore aggiunto: per le persone fisiche l'imponibile era di circa 31.600 euro e quindi l'aggravio di 0,15 punti percentuali potrebbe aggirarsi sui 45-50 euro, per poi salire ai 130 euro delle società di persone che in media hanno un valore aggiunto imponibile di 85.580 euro. A questi aumenti si aggiungerebbero le misure che il ministro Tremonti sta mettendo a punto per la correzione dei conti pari a 25 miliardi in due anni. Tre le ipotesi quella di non rifinanziare il bonus produttività (nel 2010 sono previsti 880 milioni) ovvero la detassazione al 10% della parte variabile del salario. Spunta anche la sanatoria degli immobili fantasma. Cioè 2,1 milioni di fabbricati ignoti a fisco e catasto che rintracciati dall'Agenzia del territorio potrebbero fruttare, attraverso la loro regolarizzazione circa 2 miliardi di euro.