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Obbligati a scegliere Anemone

Diego Anemone

Nella lista i clienti del costruttore

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Una lista sospetta. Nonostante le verità emerse dall'inchiesta sulla «cricca» e premesso che la posizione del ministro Scajola, sebbene non indagato, è indifendibile, l'elenco fa venire più d'un dubbio. Ecco la minaccia della grande bufala. Una lista di nomi e di indirizzi che assomiglia, più che a una black list, al libro mastro di un artigiano. Nove pagine sbucate dal nulla, non inserite in nessun fascicolo processuale che rischiano di fare un favore proprio alla «cricca» che monopolizzava gli appalti. La polvere tracima dai cassetti e travolge tutto. Un polverone che rischia quindi di coprire tutto lo scandalo venuto alla luce negli ultimi mesi. E c'è già chi è pronto a crocifiggere quei nomi eccellenti finiti, loro sventura, nel computer dell'Anemone spa. Gente che non ha mai incontrato il Signor Grandi Appalti. E ora si trova costretta a chiarire e dimostrare la propria estraneità. Ma è proprio questo elenco che qualcuno vuole sia la pistola fumante di un sistema corrotto, a dimostrare il contrario. Meglio, a chiarire, senza ombra di dubbio, che Anemone, grazie al rapporto preferenziale con Balducci, ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, poteva aggiudicarsi tutti i lavori delle strutture del Demanio e quelle dei vertici istituzionali. E questo perché le ditte di Anemone erano in possesso del Nos, il Nulla osta sicurezza necessario per fare i lavori a obiettivi sensibili: caserme, carceri, sedi istituzionali e abitazioni di personalità di governo e delle forze armate. Oggi si scopre che Diego Anemone non era in possesso del Nos. Non l'ha mai chiesto. In compenso ce l'aveva la moglie, Vanessa Pascucci, titolare di due «nulla osta di sicurezza» (oggi sospesi) per altrettante ditte a suo nome. Altre società del gruppo avevano il Nosc, cioè il nulla osta complessivo. Queste autorizzazioni sono rilasciate dalla Presidenza del Consiglio attraverso il Dis, i nostri servizi segreti, che dopo indagini approfondite, concedono il marchio di affidabilità. Procedura standard per tutti coloro che vogliono lavorare con lo Stato in appalti classificati come «delicati». Ed ecco la lista con i vertici degli 007, generali a più stelle, politici e grand commis di Stato. Compaiono anche ditte, estranei al gruppo Anemone, ma impegnate in lavori per il Senato della Repubblica. La cricca quindi entrava nelle case di tutti. Era affidabile. Più semplicemente aveva il Nos e quindi i lavori nelle case del Demanio era obbligo farle svolgere da loro. Sicuri di non avere cattive sorprese: cimici e microspie inserite sottotraccia. Così l'inquilino eccellente che vuole ristrutture casa deve rivolgersi al Provveditorato delle opere pubbliche che lo indirizza alla ditta certificata. A questo punto deve essere stipulato un contratto dei lavori da fare che saranno poi liquidati mediante assegno. Una procedura obbligata. E infatti l'ex capo della polizia oggi direttore del Dis, Gianni De Gennaro, chiamato in causa dalla lista, ha presentato fatture e assegni. Così faranno altri. Non è escluso che invece qualcuno non potrà dimostrare la correttezza del rapporto e allora verrà a galla lo scambio di qualche favore. Ma basta leggere gli indirizzi per rendersi conto che sono molti gli «obiettivi» sensibili e quindi di competenza del Provveditorato. L'unico ufficio deputato ad avere direttamente rapporti con le ditte.

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