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Soggiorno solo a chi conosce l'italiano

Il ministro  degli Interni Roberto Maroni

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Il permesso a chi conosce l'italiano, a chi conosce la Costituzione e a chi ha nozioni di educazione civica. E chi non sarà all'altezza dovrà seguire un vero e proprio percorso formativo. Il governo accelera sull'integrazione. E sta per varare una nuova disciplina dell'accordo di integrazione tra straniero e Stato. In pratica si tratta di quello che comunemente viene detto «permesso di soggiorno a punti» perché verrà concesso in base all'assegnazione di crediti. Il testo è stato sottoposto all'ultimo preconsiglio dei ministri e potrebbe essere varato alla prossima riunione del governo. Al momento, però, non appare nell'ordine del giorno. Con l'accordo lo straniero si impegna anzitutto ad acquisire una conoscenza della lingua parlata equivalente almeno al livello A2 secondo il quadro di riferimento europeo. Il livello A2 prevede che lo studente sia in grado di capire frasi ed espressioni usate frequentemente e di senso immediato; sia in grado di comunicare in situazioni semplici e abituali che comportano uno scambio di informazioni semplice e diretto su temi e attività familiari e correnti. Secondo requisito per chi chiede il permesso di soggiorno è acquisire «una sufficiente conoscenza dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana e dell'organizzazione e funzionamento delle istituzioni pubbliche». Il quarto punto invece è «acquisire una sufficiente conoscenza della vita sociale civile in Italia con particolare riferimento ai settori della sanità, della scuola dei servizi sociali, del lavoro e degli obblighi fiscali». Infine lo straniero che chiede il permesso di soggiorno deve garantire anche l'adempimento dell'obbligo di istruzione da parte dei figli». L'intero sistema si regge su crediti (sono necesssari almeno 30 punti) e decurtazioni. Danno più crediti ovviamente la migliore conoscenza della lingua (da A1 a B1) o della cultura civica (da sufficiente a elevato). Oppure i percorsi di istruzione per adulti, i corsi di istruzione secondaria superiore o di istruzione e formazione professionale. Ancor di più i corsi universitari o di alta formazione fatti in Italia, il conseguimento di titoli di studio aventi valore legale in Italia. Il solo fatto di avere una attività di docenza, inoltre, dà diritto da solo ai crediti necessari per ottenere il permesso. Danno punteggio anche le onoreficenze e benemerenze pubbliche (sei punti), meno le attività imprenditoriali (4), la scelta di un medico di base (4), fare volontariato (sempre 4). Mentre avere un contratto di locazione di una casa dà diritto a 6 punti. Allo stesso modo i crediti possono essere tolti. Per esempio la condanna anche non definitiva fino a tre mesi di arresto o l'ammenda fino a 10mila euro fa perdere 3 punti, oltre quelle soglie addio a 5 punti. Con la condanna fino a tre mesi di galera addio a 8 punti, da tre mesi a un anno si perdono 10 punti, da un anno a due anni 15 punti, da due a tre anni venti punti, oltre venticinque punti. Scattano tagli ai punti anche con sazioni pecuniarie definitive fino a 100mila euro. O anche con l'applicazione anche in via non definitiva di una misura di sicurezza personale. L'accordo per l'integrazione dura due anni ed è soggetto a verifica. E sono previsti benefit. Per esempio allo straniero che alla scadenza dell'accordo risulti aver raggiunto un numero di crediti finali pari o superiori a quaranta sono riconosciute agevolazioni per la fruizione delle specifiche attività culturali. Il regolamento, comunque, qualora approvato costituirà un'autentica rivoluzione del sistema dei permessi di soggiorno.

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