Fini "arruola" anche Saviano
Dicono che l'incontro fosse fissato da tempo. Ma già il fatto che ci sia bisogno di specificarlo testimonia che il faccia a faccia di 45 minuti tra Gianfranco Fini e Roberto Saviano ha un non so che di eccezionale. Sicuramente si svolge nel momento meno appropriato. Dopo le polemiche di Silvio Berlusconi e Emilio Fede sull'autore di "Gomorra", quello del presidente della Camera somiglia tanto ad un modo per smarcarsi. L'ennesimo. E così, l'incontro «fissato da tempo» si trasforma presto in uno schiaffo al premier. Anche perché alla fine i soliti ambienti vicini al presidente della Camera fanno sapere che Fini ha espresso «stima e considerazione» per Roberto Saviano. Che è come dire: Berlusconi ha fatto una cazzata enorme. Ma in modo più sofisticato. Italo Bocchino, interprete ufficiale del pensiero finiano, ci scherza su: «Era un incontro già in calendario. State sempre a pensare male». Ma siccome a pensar male si fa peccato, ma certe volte si indovina, è lecito farlo. Di certo con il suo gesto Fini raccoglie il plauso convinto dell'opposizione. Con il capogruppo dell'Idv Massimo Donadi che coglie la palla al balzo: «L'incontro tra Fini e Saviano è molto positivo ed è un segnale chiaro delle istituzioni. Ora Berlusconi dovrebbe chiedere scusa allo scrittore simbolo della lotta alla camorra. Lo Stato non può lasciare solo chi si batte contro la criminalità organizzata. Le parole del capo del governo, ma anche quelle di Emilio Fede, contro Gomorra e Saviano, sono cariche di messaggi negativi perché gettano discredito su chi combatte la camorra e diffondono una sorta di legittimazione dell'illegalità. Silvio Berlusconi ed Emilio Fede dovrebbero vergognarsi di aver pronunciato certe frasi». Sul fronte governativo si registra invece il commento del ministro per l'Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi che dà ragione a Fede («non solo Saviano combatte la camorra») ma loda Saviano perché «anche grazie a lui stiamo trovando il clima giusto per piegare la "bestia"». Insomma come gli capita sempre più spesso Fini raccoglie applausi fuori e commenti non proprio entusiasti dentro il centrodestra. Anche se va sottolineato che, nel giorno in cui il presidente della Camera incontra lo scrittore a Montecitorio, il quotidiano Libero, con Filippo Facci e Antonio Socci, spiega che «regalare alla sinistra Roberto Saviano sarebbe una delle sciocchezze più tragicomiche che il centrodestra potrebbe fare». E comunque Fini ha già «arruolato» da tempo l'autore di Gomorra. Tanto che in una riunione con i suoi il 20 aprile e a Porta a Porta il 28 aprile aveva criticato il premier per le sue dichiarazioni. Ma va anche detto che il tema della legalità è una delle principali «armi» che l'ex leader di An usa per marcare le distanze dal Cavaliere. Tanto che ieri il periodico online della Fondazione Farefuturo scriveva: «È lì, fuori dal palazzo e dalle beghe di partito che s'incontrano italiani che stanno dalla parte di una legalità declinata nel modo più semplice possibile: non rubare, per esempio». La forza di Fini è questa. O perlomeno, lui lo spera. Nicola Imberti