Tremonti: Italia decisiva per il piano salva euro La Bce comincia ad acquistare titoli di stato
.La lunga notte dell'Ecofin di Bruxelles che alla fine, tra tensioni e scontri, svenimenti e sostituzioni di personaggi in scena all'ultimo minuto, ha sancito l'accordo sul piano da 750 miliardi per proteggere l'euro e mettersi al riparo dalla speculazione ha consentito di «evitare la catastrofe». A sottolineare il fatto che si fosse sull'orlo di un baratro è stato ieri il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha rivendicato anche il ruolo che l'Italia ha avuto, e in particolare il premier, Silvio Berlusconi, nell'arrivare all'accordo. «L'Europa - ha detto Tremonti - ora è molto più forte. Abbiamo temuto non che fosse più debole, ma che alla fine si dissolvesse; invece alla fine ha dimostrato di essere capace di fare il bene di tutti». Insomma «il bene comune ha vinto contro la speculazione» e questo anche perché «dietro i grafici e i numeri ci sono anche le famiglie». Tremonti non ha nascosto la drammaticità dei momenti appena trascorsi: «La partita che abbiamo giocato era quasi per la vita o per la morte. Se fosse fallita avremmo avuto la caduta dell'euro e quindi del dollaro e delle altre monete. Sarebbe stata un catastrofe quasi globale». Tremonti rivendica poi il ruolo giocato dall'Italia: «Quello dell'Italia è stato un ruolo importante tanto sul piano tecnico, cioè nella stesura delle carte e nella ricerca delle soluzioni, quanto politico. Ha giocato un ruolo molto importante il Presidente del Consiglio italiano che si è accordato con gli altri capi di stato e di governo. È stata un'azione che ha visto ben figurare l'Europa e in Europa l'Italia». Ora se è vero che si può parlare, almeno per ora, di scampato pericolo per Eurolandia e l'Ue, è anche vero che sono ancora molti i nodi che devono essere sciolti in tempi rapidi per dimostrare che la ritrovata unità europea non è stata solo il frutto della paura dei danni enormi che l'implosione dell'area euro avrebbe potuto causare. Per completare il lavoro avviato dall'Ecofin con il maxi-piano salva-euro occorrerà ora accelerare il risanamento dei conti pubblici nei Paesi più esposti, ma anche fare passi in avanti significativi nel campo del coordinamento delle politiche economiche nazionali. Così la Banca Centrale Eurropea ha chiesto ora una politica di rigore nei bilanci pubblici dai governi europei. Lo ha ribadito anche il presidente Bce Jean Claude Trichet citando lo stesso comunicato emesso al termine dell'Ecofin dove i governi si impegnano a prendere «tutte le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi di bilancio di quest'anno e i successivi» e delle ulteriori misure addizionali prese da alcuni paesi. «Per noi - ha spiegato - questo impegno è stato assolutamente decisivo». E intanto è subito partita la rete di sicurezza lanciata sui titoli di Stato dei Paesi europei sotto attacco della speculazione. La Eurotower ha fatto scattare l'acquisto diretto sul mercato delle obbligazioni pubbliche e private, e che coinvolge anche i Btp del Paese, sebbene l'Italia non sia fra i paesi a rischio. Trichet a Basilea per la riunione della Bri ha difeso «fieramente» l'indipendenza e l'autonomia dell'istituto di Francoforte nell'aver preso la decisione dopo le ritrosie iniziali. In cambio però, ha ammonito, di «precisi impegni» da parte dei governi a rispettare il patto di stabilità e, per quei paesi più a rischio come Spagna, Portogallo Grecia e Irlanda, a varare misure aggiuntive di rigore. Il meccanismo deciso nella note di domenica dai governi riuniti a Bruxelles nell'ambito del maxi piano da 750 miliardi di euro e su cui l'istituto centrale aveva manifestato in passato delle riserve ha inizio appena poche ore dopo il via libera e coinvolge anche, secondo gli operatori di mercato, i nostri Btp. Per ora ha funzionato. Lo spread, il differnziale di tasso fra Btp e Bund è tornato così sui 100 punti dopo il massimo di 164 dei giorni scorsi.