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Patente ritirata mentre porta i soldi a San Marino

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Moltidei quali a San Marino. Oltre a Mimma Giordano, la mamma dell'ex commissario straordinario dei Mondiali del Nuoto, Claudio Rinaldi, intercettata mentre andava a San Marino per effettuare un versamento bancario, adesso, dalla voluminosa documentazione in mano al gip fiorentino, emergono anche altri viaggi all'estero. La procura, nelle carte depositate, ripercorre un viaggio compiuto da Sfetano Gazzani, il commercialista di Diego Anemone, insieme a un dipendente dell'imprenditore. Direzione San Marino. Presumibilmente per effettuare un altro versamento di denaro: «Per organizzare un'attività probabilmente di natura illecita». I due, era il 17 ottobre del 2008, in base a quanto riferito dai magistrati, sono partiti da Roma intorno alle 6,30 del mattino. Dopo tre ore di viaggio, però, ecco un «inconveniente»: vengono fermati dalla polizia e al conducente gli viene ritirata la patente. A questo punto sorge il problema di raggiungere in tempo San Marino e tentare di evitare il ritiro della patente attraverso l'interessamento di Anemone grazie a qualcuno presso gli uffici della polizia di Perugia. Alle 9.52, Gazzani informa Anemone che a 150 chilometri dalla destinazione sono stati fermati dalla polizia stradale che sta per ritirare la patente al suo dipendente per eccesso di velocità. «Un impiccetto è successo - i carabinieri del Ros intercettano Gazzani mentre parla con Anemone - ci hanno fermato per eccesso di velocità ...gli hanno levato la patente ...ma tra l'altro non era una macchina della polizia... era una macchina privata ...eh ...lui non se n'è accorto ... e mo' adesso guiderò io ...però vedi quello che si può fare ...stiamo a 150 chilometri dall'arrivo». A questo punto nella conversazione intercettata ecco la richiesta di raccomandazione all'imprenditore. «È la sezione di Perugia ...conosci qualcuno di là? ...la polizia sì, la sezione di Perugia ...polizia stradale della Sezione di Perugia». Il dipedente di Anemone è del parere che si può ottenere qualcosa chiamando il comando del reparto a cui appartiene la pattuglia intervenuta. «Se... se chiamavi adesso ...se si poteva fare qualcosa adesso ...serve il comandante suo...se dà l'okay il comandante suo, non c'è problema ... lui non s'è ...è dispiaciuto perché... cioè, che fa ...ci va di mezzo lui?». Anemone avrebbe tentato di contattare il comando di Perugia: «Okay... allora faccio chiamare ...lì alla ...cosa di Perugia». L'autista, a quel punto, chiede al suo capo se deve aspettare l'esito di questa sollecitazione, precisando che in caso contrario gli possa «venire fornita un'autorizzazione per raggiungere San Marino come destinazione finale». Nel sentire pronunciata la città di San Marino, Diego Anemone al telefono ha una immediata reazione di rimprovero nel confronti del suo interlocutore, facendo capire che la meta del loro viaggio deve restare assolutamente riservata: «Non di' ... porca... chiamo va'...». Secondo gli investigatori, questa reazione dell'imprenditore avvalorerebbe l'ipotesi che i due dovessero compiere all'estero attività illecite, legate, appunto, alle indagini in corso sui «grandi eventi». Au.Par.

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