Anche Renata perde la pazienza
Trattative a tutto campo per raggiungere un'intesa decisiva con l'Udc per il governo della Regione Lazio. Contatti febbrili e riunioni tra vertici di Pdl e il partito di Casini scandiscono gli ultimi giorni utili per trovare quell'accordo che significa non solo garantire l'elezione del presidente del Consiglio regionale, prevista per mercoledì, ma anche il buon governo del Lazio. Una situazione delicata che si muove su programmi e ruoli e che sta spazientendo la governatrice che, per le beghe dei partiti, deve ancora mettere in moto la complessa macchina amministrativa. La proposta del Pdl è chiara: vice presidenza del Consiglio regionale e la guida di quattro commissioni «pesanti», come Sanità, Bilancio, Lavori pubblici, Urbanistica. In più i due posti rimasti vacanti nella giunta Polverini. L'Udc tuttavia insisterebbe sulla presidenza del Consiglio regionale e su due assessorati «in pantaloni». Ricordiamo infatti che i tre posti «liberi» in giunta andrebbero, per statuto, a donne. E su questo si sta ragionando, insieme al rinvio dell'ingresso in giunta dell'Udc a settembre, quando anche Alemanno procederà al rimpasto della squadra capitolina con l'ingresso dei centristi. L'accordo, comunque, è vicino. Dalla riunione di ieri sera sarebbe emersa la volontà da parte di Pdl e Udc di garantire il governo del centrodestra nel Lazio. Una tenuta della maggioranza che solo il partito di Casini può garantire. In cambio tuttavia si continua a chiedere la guida del Consiglio regionale, finora assegnata in pectore a Mario Abruzzese, eletto con oltre 22 mila preferenze a Frosinone. E i primi segnali di distensione arrivano proprio dalle Province, grazie anche alla nomina a capogruppo Pdl alla Pisana di Franco Fiorito, (eletto a Frosinone e vicino al presidente della Provincia Antonello Iannarilli). Ma come un vortice senza fine, si potrebbe creare ancora una tensione. Stavolta all'interno della Lista Polverini. I 18 consiglieri eletti non sono stati ancora convocati per discutere dei lavori dell'aula, della nomina del capogruppo e dell'eventuale presenza nelle commissioni. Un fatto questo che sta innervosendo più di un neo consigliere. E c'è già chi guarda storto alla bozza di accordo con l'Udc che prevede per i centristi la guida delle commissioni consiliari più importanti. Ma non è il caso di alzare la voce. Dopo la minacciata «secessione» delle province del Lazio, il caso degli «esclusi» della lista Pdl di Roma, l'irritazione degli assessori convocati per una giunta che poi non si è tenuta, il continuo pressing su nomine e promozioni, e ancora il nodo Udc, costituito in parte anche dalle fratture interne al partito, la Polverini avrebbe detto: «Basta». In uno sfogo neanche troppo velato, la governatrice avrebbe richiamato tutti a una maggiore responsabilità e a un maggior rispetto degli elettori che hanno scelto il centrodestra per la guida della Regione, arrivando a minacciare le dimissioni. Un'ipotesi questa che rimette tutti in riga. Eletti, esclusi e delusi.