Dl incentivi: la Camera approva la fiducia
Con 322 voti a favore e 272 contrari l'Aula della Camera ha confermato la fiducia al governo Berlusconi approvando la fiducia sul maxiemendamento al dl incentivi. Il testo complessivo sarà licenziato domani da Montecitorio e quindi passerà al Senato. Il centrosinistra ha duramente contestato la decisione del governo di blindare con la fiducia il testo su cui, è stato ripetutamente fatto rilevare, l'opposizione aveva presentato un numero non elevato di emendamenti. "Questo decreto è al di sotto delle necessità del Paese e certifica l'assenza di una vera politica industriale", ha detto Andrea Lulli del Pd, sottolineando che "il governo ha speso più soldi per il Comune di Catania che per le misure contenute nel dl". LA POSIZIONE DELL'OPPOSIZIONE - "Ci vorrebbe oggi coraggio ed onestà intellettuale - ha spiegato l'esponente del Pd - per affrontare con coerenza quei nodi strutturali che frenano l'uscita dell'Italia dalla crisi. Basta agli spot ed ai sondaggi, servono interventi seri e non un decreto legge che è stato grottescamente blindato con la fiducia proprio nel giorno in cui si è dimesso il ministro competente". Se l'Udc, con Roberto Occhiuto, ha parlato di «Parlamento commissariato dal Governo che non riesce ad andare avanti se non a colpi di decreti legge blindati con la fiducia», l'Idv, con Antonio Borghesi, è andata giù più dura. "Questo decreto - ha affermato è l'ennesimo atto "del governo delle truffe di Stato, che intende andare avanti per la sua strada senza che la gente lo sappia e senza che quei "rompicoglioni" dell'Idv lo denuncino". E, prendendo spunto dalle dimissioni di Claudio Scajola da ministro e dai contrasti nel Pdl tra Berlusconi e Fini, Borghesi ha chiesto che "il presidente del Consiglio, emblematico sepolcro imbiancato in persona, venga in quest'Aula per dirci come intenda affrontare gli scandali e la mancanza di coesione politica che caratterizzano la sua maggioranza". LA MAGGIORANZA - La maggioranza ha difeso il provvedimento. "L'opposizione non guardi ai singoli provvedimenti emanati dal governo ma al loro insieme: si renderà conto che sono state date risposte adeguate alle necessità", ha invitato Gianfranco Conte (Pdl) che ai banchi del centrosinistra ha detto: "se avessimo aderito alle vostre richieste di aumento della spesa pubblica avremmo fatto la fine della Grecia". Sulla stessa lunghezza d'onda la Lega con il neo-capogruppo Marco Reguzzoni: "Davanti all'operato di un governo che sta evitando con la sua azione che l'Italia faccia la fine della Grecia e di altri Paesi in crisi, noi votiamo convintamente sì alla fiducia", ha detto ricordando che »l'obiettivo resta quello di un Paese federale".