Crisi in Grecia, scontri e tre morti
La Grecia va in fiamme e con essa rischia di franare tutta l'area dell'euro. Ieri è stata una giornata di passione per Atene. Lo sciopero generale di protesta contro il piano di austerità deciso dal governo per salvare il Paese dalla bancarotta e ottenere gli aiuti europei e del Fondo Monetario internazionale, è degenerato in violenti scontri. Ieri il Paese si è fermato con il blocco al traffico aereo, ferroviario, marittimo e urbano. Sono rimasti chiusi inoltre ospedali, scuole, banche e uffici pubblici. E mentre la Capitale veniva messa a ferro e fuoco dai manifestanti, sui mercati si consumava l'ennesimo crollo dei listini. In questo scenario comincia a scricchiolare anche lo scenario politico europeo. La spia della tensione tra i Paesi dell'area euro è nell'attacco a sorpresa che il presidente francese Sarkozy ha sferrato al Cancelliere Angela Merkel accusandola di non essere stata tempestiva nelle decisioni. Insomma di aver ostacolato quella prontezza d'azione che avrebbe impedito alla Grecia di sprofondare nel baratro attuale. Non solo. Si fanno sempre più insistenti le voci che la prossima a cadere sarà la Spagna e ieri l'agenzia di rating Moody's ha messo sotto osservazione il Portogallo. Il bilancio della manifestazione di ieri ad Atene è drammatico: tre persone, due donne e un uomo sono morti per un attacco incendiario contro una banca nel centro della Capitale mentre quattro sono rimasti intossicati dal fumo. L'incendio è stato provocato da un commando di quattro-cinque incappucciati, forse appartenenti al movimento anarchico, che hanno lanciato bombe molotov contro la sede della Marfin Egnatia Bank al piano terra di un edificio. Il fuoco, secondo testimoni oculari, ha subito distrutto la porta in legno dell'istituto di credito estendendosi agli appartamenti privati dei piani superiori. Una delle due donne, trovata semicarbonizzata, era incinta di quattro mesi. Sono stati dati alle fiamme anche un edificio della provincia e uno delle imposte. E poi vetrine infrante, cassonetti incendiati mentre l'acre fumo degli incendi si mescolava agli irritanti gas lacrimogeni esplosi dalla polizia per disperdere i manifestanti. Lo scontro tra la polizia e il gruppo di anarchici incappucciati armati di bottiglie incendiarie e petardi, ha raggiunto il massimo della violenza davanti al Parlamento e alla sede della vecchia Università di Atene. Per tutto il pomeriggio l'aria è stata irrespirabile in un vasta zona del centro di Atene. Scontri sono avvenuti anche in altre parti del Paese. Il premier Giorgio Papandreou, isolato nel Paese e in Parlamento, alla vigilia del voto sulle dure misure annunciate nei giorni scorsi, ha invocato «l'unità nazionale» e ha condannato con durezza la violenza di piazza. Il presidente della repubblica, Karolos Papoulias ha usato parole drammatiche: «Il Paese è sull'orlo dell'abisso» e ha avvertito che senza la necessaria responsabilità e unità il paese rischia di fare l'ultimo «passo verso il vuoto». Mentre Atene bruciava a Berlino il Cancelliere Angela Merkel parlando al Bundestag sul piano salva-Grecia, ha ribadito che occorre cambiare il Patto di Stabilità della Ue e imporre rigide regole affinchè simili situazioni non si ripetano. «In gioco c'è il futuro dell'Europa e dell'euro». I deputati tedeschi venerdì voteranno il disegno di legge sul salvataggio. La Merkel ha anche respinto le critiche del presidente francese Sarkozy che l'ha accusata di essere stata troppo prudente. E mentre il presidente dell'eurogruppo Jean Claude Juncker ribadisce che Spagna e Portogallo non sono paragonabili alla Grecia e quindi non c'è il rischio del contagio, Moody's ha messo sotto osservazione il Portogallo. Sul fronte italiano, venerdì il Consiglio dei ministri esaminerà il decreto legge che prevede lo stanziamento di 5,5 miliardi in sostegno della Grecia.