Inchiesta G8, Anemone si difende: mai pagato per la casa del ministro
Dal carcere Diego Anemone, il costruttore considerato una delle figure chiave dell'inchiesta in corso a Perugia sugli appalti per i Grandi eventi, si difende: «Non ho dato denaro a nessuno, tanto meno ad Angelo Zampolini, e non ho contribuito ad acquistare le case di nessuno». A meno di novità dell'ultimo momento, domenica l'imprenditore tornerà libero insieme ad Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis, la «cricca», come venne definita dagli inquirenti. La prossima settimana (il 14 maggio) i pm di Perugia sentiranno come persona informata dei fatti, cioè come testimone, il ministro Claudio Scajola che anche ieri ha respinto qualsiasi addebito ed ha annunciato che riferirà alle Camere dopo la sua deposizione in procura. Dagli accertamenti è infatti emerso che all'acquisto di una sua abitazione vennero destinati anche 80 assegni circolari fatti emettere dall'architetto Angelo Zampolini dopo avere versato in banca 900 mila euro in contanti. Denaro per il quale Zampolini è stato accusato di riciclaggio (essendo frutto - secondo l'accusa - di reati contro la pubblica amministrazione) e che gli investigatori sospettano possa essere riferibile proprio ad Anemone per il quale aveva lavorato. Scajola ha da subito negato di avere mai ricevuto o utilizzato quegli assegni circolari e ora qualsiasi legame con quel denaro è stato respinto anche dallo stesso Anemone. «Il mio assistito continua a proclamarsi completamente estraneo a ogni addebito», ha detto ieri l'avvocato Gianluca Riitano, uno dei difensori dell'imprenditore. Di accuse considerate «pura fantasia» ha parlato un altro dei legali dell'imprenditore, l'avvocato Adriana Boscagli che riferendosi alle notizie degli ultimi giorni le ha definite «vicende senza il benchè minimo riscontro». I difensori di Anemone non hanno però voluto scendere nel dettaglio dell'inchiesta. «Il mio assistito chiarirà tutto una volta uscito dal carcere», ha ribadito l'avvocato Riitano. Anemone potrà lasciare la cella domenica prossima. Al 9 maggio ha infatti fissato la scadenza della custodia cautelare in carcere il gip di Perugia Paolo Micheli per l'imprenditore, per Angelo Balducci, Fabio De Santis e Mauro Della Giovampaola. E quel giorno - quanto a Balducci e De Santis - cesserà di aver effetto, per il principio della concatenazione dei reati, anche la successiva ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Firenze per il filone d'inchiesta relativo all'appalto per la scuola marescialli. Martedì invece sarà invece il tribunale del riesame a vagliare l'appello dei pm contro la decisione del gip di non disporre gli arresti per Zampolini, per il commercialista Stefano Gazzani e per l'ex commissario per i mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi non ritenendosi competente per territorio. Un pronunciamento che dovrà chiarire quale procura dovrà occuparsi di gran parte dell'inchiesta nell'ambito della quale i magistrati umbri stanno intanto anche approfondendo la questione relativa a una casa venduta nel 2004 da un figlio dell'ex ministro Pietro Lunardi a Rinaldi. L'ipotesi sulla quale sta lavorando la procura di Perugia è che fosse riferibile a Diego Anemone il denaro depositato in banca dall'architetto Zampolini, che aveva lavorato anche per lo stesso imprenditore, e quindi utilizzato per formare assegni circolari. Titoli poi impiegati - secondo la ricostruzione accusatoria - per l'acquisto di case nella disponibilità del ministro Claudio Scajola, dei figli di Angelo Balducci e del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru.