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Bocchino comparsa della moglie Ha fatto il cameriere in un film

Italo Bocchino e la moglie Gabriella Buontempo

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Gabriella è Gabriella. Definirla la «moglie di Italo Bocchino» rischia di essere un po' riduttivo. Perché in realtà, il marito ha fatto la comparsa per la moglie. È successo davvero. Bocchino ha fatto una piccola parte in un film della moglie. Accadde quindici anni fa quando la Goodtime, la società di produzione di Gabriella Buontempo, decide di girare la «Bruttina stagionata», tratto dal famoso romanzo di Carmen Covito. Italo s'impunta e ottiene di recitare, si fa per dire, per qualche secondo: fa un cameriere che serve con tanto di vassoio a un tavolo. Oggi l'ex vicecapogruppo si trova a doversi difendere dall'accusa di aver tutto sommato favorito la carriera della moglie, che ha ricevuto appalti dalla Rai. E invece, esagerazione per esagerazione, è possibile dimostrare paradossalmente il contrario.   Quando Italo e Gabriella si sposano nel '95, lui è «solo» l'addetto stampa di Pinuccio Tatarella che, dopo il ribaltone che porta alla guida del governo Dini, è tornato a fare il capogruppo alla Camera di An. Gabriella invece già produce film, il cinema è la sua grande passione. Il primo appuntamento se lo danno a teatro ma lui non si presenta. Il giorno dopo Tatarella chiama la giovane ragazza e le impone: Italo è mio, dal lunedì al venerdì; lo puoi vedere nei fine settimana. Gabriella è la figlia di Eugenio Buontempo, imprenditore napoletano di fede socialista. Sinistra socialista per la precisione.   È un tipo intraprendente, i maligni lo raccontano come un avventuriero dai gusti eccentrici: si fa costruire una villa sul mare a forma di prua di nave. Si lancia in missioni impossibili e spericolate. Come quando rileva la flotta Lauro ormai fallita dopo la morte di «'O comandante» Achille. Gabriella vive per lo più con la zia, Graziella. E nel suo mito. Graziella infatti arriva a Roma con il '68 direttamente da Capri dove poi organizzerà il premio Malaparte. Viene presa un po' sottogamba ma entra nei circoli culturali emergenti. Diventa amica di Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Festa. Conosce Rauschenberg e Twombly. Poi si apre la fase di Burri e Fontana. Vola a New York e torna con Andy Warhol, allora praticamente ancora sconosciuto in Italia. Il mostro sacro della pop art vive a casa sua, in piazza Ara Coeli. E realizzerà, quasi di nascosto, un ritratto di Graziella sullo stile di quello realizzato anni prima (e divenuto famosissimo) di Marilyn Monroe.   Prima di morire ne farà uno anche di Gabriella, che da anni lo sta ricercando. Graziella Buontempo diventa così una degli animatori culturali della Roma tumultuosa di fine anni '70. Realizza una mostra in un parcheggio sotterraneo, quello di Villa Borghese terminato ma non ancora aperto al pubblico. Si fa autorizzare l'impacchettamento delle mura aureliane. Il cinema è l'altra grande passione. Porta le retrospettive al Moma di New York: Anna Magnani, poi Pasolini. Bertolucci, Monicelli, Siciliano le frequentazioni di palazzo Taverna dove vive Graziella e dove andranno a vivere nei primi anni del loro matrimonio Gabriella e Italo. Gabriella, che ancor oggi si definisce una craxiana di ferro, dunque vive a lungo con la zia. Cresce in questo mondo. Respira aria e cultura. Per il cinema una passione maniacale. Non stacca mai neanche durante le due gravidanze. Nel 2004 pensa di produrre una fiction sulla politica. L'idea nasce dalle lettere che riceve il marito per la sua attività parlamentare. Ne parla con l'allora presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, che si mostra anche disponibile a concedere in parte l'autorizzazione a girare scene a Montecitorio. Quando Italo lo viene a sapere chiede di soprassedere. Per evitare l'accusa di conflitto di interessi. Ma la storia alle volte è beffarda.  

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