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I lanciatori di limoni fermano anche Blocco Studentesco

Contestazioni alla festa del 25 aprile a Roma a Porta San Paolo

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Imbratta imbratta che qualcosa attacca. Le accuse di neofascismo dei lanciatori di limoni e le minacce di disordini hanno fatto centro. È stata annullata la manifestazione del 7 maggio di Blocco studentesco. Il movimento di destra legalmente riconosciuto, che rappresenta il 27% degli studenti delle superiori, e di fatto è il primo di Roma e provincia, dovrà rinunciare al corteo da piazza della Repubblica alla Bocca della Verità. Ieri mattina la Questura di Roma ha "invitato" Blocco Studentesco a rinunciare alla manifestazione. In caso contrario, il corteo sarebbe stato comunque vietato con un divieto formale. A Roma il diritto di manifestare ce l'hanno solo i lanciatori di limoni. Il 25 aprile hanno messo in fuga la Polverini e il presidente della Provincia Zingaretti coi lanci di uova frutta e monetine. E a due giorni dai fatti di Porta San Paolo incassano un'altra vittoria: volevano criminalizzare i movimenti giovanili di destra e ci sono riusciti. Volevano mettere il bavaglio alla manifestazione del 7 maggio di Blocco studentesco e Casa Pound. E hanno fatto bingo. Una settimana fa ci avevano provato i partigiani. «Un'incombente marcia su Roma» avevano definito il corteo di Blocco studentesco. L'altro ieri ci si è messo anche il segretario del Pd Roma Marco Miccoli con Gianluca Santilli a fare la solfa. Seguito a ruota da Gianluca Peciola (Sel). Senti chi parla. «Guidò le cariche contro il Blocco studentesco 2 anni fa a piazza Navona» ricorda Gianluca Iannone, presidente Casa Pound Italia.   Ma Blocco studentesco non ci sta. «È una decisione che non possiamo accettare - dicono - in piazza il 7 ci saremo comunque, perché accettare questo divieto equivale a sottomettersi alla violenza e all'ingiustizia, e non possiamo permettere che siano i violenti, i prepotenti, gli arroganti fautori del pensiero unico a decidere, a colpi di intimidazioni, quando e come dobbiamo manifestare, imponendo alle istituzioni la loro volontà a furia di minacce». Perché questo veto? «Il questore - spiegano - ha ritenuto che le minacce di provocare disordini da parte dei centri sociali costituissero un problema per la sicurezza tale da impedire lo svolgimento di una manifestazione pacifica autorizzata già da tempo». Oggi alle 10 una delegazione del Blocco studentesco, insieme al deputato del Pdl Francesco Aracri, e ai due consiglieri capitolini Ugo Cassone e Luca Gramazio, si recherà al ministero dell'Interno per chiedere di essere ricevuta. «A Maroni porteremo il dossier sulle aggressioni di cui siamo stati bersaglio negli ultimi anni e gli chiederemo di garantire il legittimo diritto di tutti a manifestare. Un diritto - concludono - che siamo pronti a difendere anche con altre pacifiche iniziative». Sui risultati dell'incontro si terrà una conferenza stampa alle 14 a CasaPound, in via Napoleone III 8, a Roma.

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