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Sale la tensione nel Pdl Bocchino sbatte la porta

Italo Bocchino

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Dimissioni irrevocabili. Finisce così la vicenda Italo Bocchino. Prosegue la resa dei conti nel Pdl che arriva in Parlamento. Le dimissioni del vicepresidente vicario del gruppo alla Camera, Italo Bocchino, che grida all'«epurazione», danno il la a nuove fibrillazioni. Per ora è prevalsa la linea di Silvio Berlusconi indignato dalle ultime posizioni politiche dell'ex pupillo di Giuseppe Tatarella, culminate con la rissa in tv contro Maurizio Lupi: via dal gruppo, resta solo il presidente Fabrizio Cicchitto a presidiare i deputati. Tra le fila del Pdl la speranza è a questo punto che l'agitazione che regna in questi giorni in via dell'Umiltà vada via via scemando. Stando però ai toni alti, alle stoccate che ci si lancia tra diverse anime del partito, di certo la cosa non finisce qui. Anche perché, ora la domanda è: cosa farà Fini? Quanto a Bocchino, ieri mattina, appresa la notizia dell'irrevocabilità delle sue dimissioni, e quindi di fatto rendendo inutile la riunione del gruppo alla Camera (convocata il giorno prima proprio per risolvere il caso Bocchino), in Transatlantico sono iniziati i capannelli di parlamentari e giornalisti. In un primo momento il gesto del pupillo di Tatarella viene interpretato come di distensione e fioccano gli onori delle armi. Ma si capisce ben presto, quando Bocchino arriva a Montecitorio per una dichiarazione di fuoco, che nuovi strappi non sono scongiurati. L'ex vice capogruppo cominca a sparare a zero contro il presidente del Consiglio, parlando di «epurazione». Bocchino punta il dito anche contro Fabrizio Cicchitto e la dirigenza del gruppo alla Camera, definendolo non democratico. Secca la replica del capogruppo: «Nessuan epurazione, da Bocchino solo una polemica continua». L'ex aennino racconta anche della telefonata ricevuta prima della trasmissione Ballarò, con cui il premier gli chiedeva «con toni concitati» di non andare in tv. E secondo quanto ricostruito, il premier stesso conferma di aver chiamato Bocchino per chiedergli di non andare alla trasmissione di Floris. «Con me - ha spiegato mercoledì sera il Cavaliere a cena - devo dire, è stato anche un po' insolente. Gli ho detto che non si può andare in tv a fare sceneggiate coinvolgendo il Pdl». Sono tutti segnali che non lasciano presagire nulla di buono per quanto riguarda i rapporti tra Berlusconi e la minoranza interna. Sia come sia, il mondo di estrazione aennina ha comunque registrato l'ennesimo passaggio traumatico degli ultimi mesi. La "caduta" di Bocchino, la raccolta mercoledì in Aula di 40 firme (metà ex FI, metà ex An) per un'eventuale sfiducia, fino alla scelta delle componenti che fanno capo ai principali dirigenti di Alleanza nazionale di sostenere compattamente le dimissioni di Bocchino. Senza contare che si apre ora la complessa partita della successione. Per adesso dalla Presidenza arrivano indicazioni che non lasciano presagire innesti immediati, ma in molti ragionano sul "dopo Italo". Rumors accreditano trattative per permettere l'ascesa di un deputato alemanniano alla poltrona di vicecapogruppo, anche se per ora le indicazioni dei principali ex An è quella di congelare ogni mossa.

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