Cicchitto replica: "Italo fa polemica permanente"
Lo sfogo del dimissionario Bocchino non è stato proprio digerito dal Pdl. Ma quello che ha mandato su tutte le furie il partito è stato il termine «epurazione» vomitato dall'ex vicecapogruppo dei deputati contro Berlusconi. La replica più dura è venuta dal presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto che da Bocchino è stato preso di mira direttamente. Il dimissionario infatti ha accusato Cicchitto di mancanza di democrazia. La risposta dell'interessato non si è fatta attendere. «ma quale epurazione» ha tuonato Cicchitto, «oramai qui non c'entra affatto la democrazia interna e la libertà del dibattito, ma qualcos'altro. Francamente non credo che ogni giorno possiamo, senza conseguenze sull'elettorato, dare questo spettacolo con almeno trenta battute di polemica interna. Alla lunga lo spettacolo diventa desolante». Cicchitto rileva che dietro l'esternazione di Bocchino e «la polemica permanente potrebbe esserci l'obiettivo di destabilizzare sistematicamente la situazione interna al PdL». Perdipiù, avverte, «vengono anche dette cose totalmente inesatte». Il sottosgeretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, rincara la dose: «Ma quale epurazione. Se ci fosse la firma di Berlusconi in calce lo sarebbe, così è un atto di dimissioni». Il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli, parla di conseguenze gravi per il Pdl. «Alternare come fa Bocchino gesti di apparente disponibilità con dichiarazioni di sostanziale ostilità non aiuta né il Pdl, né la maggioranza né il governo». Quindi Napoli afferma che se l'intenzione di Bocchino «è di restare alora deve ritrovare la serenità». Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera, sottolinea che «è stato proprio Bocchino a pronunciare la parola dimissioni»; e quindi «non si tratta di una epurazione ma siamo di fronte alla volontà di una larghissima parte del gruppo dei deputati Pdl pronta ad accettare le dimissioni». Il vice Presidente del Senato, Domenico Nania, indica la strada da seguire: «Il gruppo tragga insegnamento dall'esperienza e scelga un vicario, senza richiamarsi alla logica del 30-70, che giova solo a chi vuole vivere di rendita. Occorre un vicario che lavori, nella chiarezza, per risolvere i problemi».