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Abbiamo un sogno: abbattere Corviale

Roma, il complesso di Corviale

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Il "sogno" del neo assessore alla casa della Regione Lazio, onorevole Buontempo, l'idea cioè di abbattere il mostruoso complesso di Corviale, sostituendolo con case a misura d'uomo ci rallegra: è infatti un'ottima idea, sognata anche dagli abitanti, e il nostro gruppo di progettazione biofilica (Gruppo Salingaros) vi stava già lavorando. Nel 2001, mentre si provvedeva ad una delle prime demolizioni di eco-mostri concepiti dalla follia modernista - le Vele di Scampia - il commissario dell'IACP di Roma domandò alle famiglie di Corviale di disegnare la casa dei propri sogni.   Ebbene, tutti i partecipanti ipotizzarono abitazioni tradizionali, magari all'interno di palazzine da 5-6 famiglie. Da quell'idea scaturì il convegno il Recupero di Corviale, che avrebbe dovuto portare ad un concorso per la demolizione e la ricostruzione a dimensione umana. La feroce resistenza ideologica ne impedì l'attuazione, per coprire il fallimento di un "simbolo" del modernismo. Per inciso, concentrare 8500 cavie umane all'interno della mega-cubatura, non ha preservato l'agro romano: le superfici asfaltate e lo sprawl circostanti, l'assenza di un solo motivo di interesse dei residenti a passeggiare, hanno piuttosto ucciso l'ambiente. La gente dipende dall'automobile per ogni esigenza e ha dovuto auto-organizzare un sistema di sorveglianza, gli appartamenti sono insalubri, con pareti bagnate dove crescono muffa e funghi, lo stesso cemento armato non reggerà ancora trent'anni. Occorre pensare prima allo spazio urbanistico - ricucendo il tessuto sociale invece di marginalizzare i meno fortunati - e poi disegnare le case secondo volontà ed esigenze dei residenti. Anche in questo caso non si tratta di utopia: abbiamo esempi eccellenti nei lavori di Orano e nella miracolosa trasformazione novecentesca di Testaccio. Studiando Corviale ci siamo resi conto che è possibile rivalorizzare la meravigliosa collina deturpata dal mostro lungo più di un chilometro (che peraltro ha bloccato il "Ponentino"). Recuperando le infrastrutture preesistenti e rivisitando le sezioni delle strade ereditate, demolendo poco alla volta il complesso mentre si costruiscono nuovi edifici - in modo che i residenti non attendano un solo giorno in strutture alternative il trasferimento - è possibile creare un vero e proprio "Borgo Corviale" con una piacevolissima sequenza urbana, lungo una spina centrale intramezzata da piazze e piazzette. I margini urbani che ne sortirebbero, molto ben definiti, consentirebbero di servire tutti gli edifici, mantenendo una predominanza del pedone all'interno dell'urbanizzato. Ovviamente c'è spazio per inserire una serie di funzioni ed attività oggi assenti quali un mercato rionale, scuole (almeno dall'asilo alla media), delegazione municipale, biblioteca, negozi, cinema, ecc. Un'ultima considerazione sull'ipotesi dell'assessore di lasciar costruire ai cittadini le proprie case. Nel nostro processo progettuale e costruttivo, che procede dal basso verso l'alto lungi dall'imposizione ideologica, è fondamentale l'attiva partecipazione dei futuri abitanti, affinché le abitazioni e la città possano davvero soddisfarli e generare "senso di appartenenza". Questo è un elemento chiave per una vera architettura biofilica, e vi ha un gran peso il contributo dei bambini. Ecco, il nostro sogno possibile per Corviale, è quello di un luogo felice per i bambini.  

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