Intercettazioni, la Fnsi protesta Di Pietro: tomba dell'investigazione

{{IMG_SX}}Il disegno di legge intercettazioni varato dalla Camera e ora in discussione al Senato. Resta il divieto di pubblicazione di tutti gli atti del procedimento penale, anche di quelli non più coperti da segreto istruttorio e neanche in forma di semplice "contenuto". MANIFESTAZIONE FNSI - Con un sit in a piazza Navona di fronte a palazzo Madama, la Federazione nazionale della Stampa (Fnsi) manifesta contro il ddl sulle intercettazioni attualmente all'esame della commissione Giustizia del Senato. Una delegazione del sindacato dei giornalisti e della Federazione degli Editori (Fieg) è stata ricevuta dal presidente del Senato, Renato Schifani. In piazza ci sono volti più o meno noti del giornalismo, da Piero Badaloni a Tiziana Ferrario, protestanti mescolati a lavoratori, con le bandiere rosse della Cgil accanto ai cartelli dei Viola che invitano: "E adesso intercettateci tutti" con tanto di numero di cellulare personale in vista. "Questo provvedimento rende la nostra democrazia malata, mutilata", ha detto Siddi. "A Schifani chiederemo di usare tutta l'autorità della sua carica perchè siano espunte queste norme liberticide. Se si vuole affrontare un discorso serio sui diritti dei cittadini e un'informazione completa siamo pronti a qualsiasi confronto". DI PIETRO - "Il ddl presentato dal governo sulle intercettazioni è un provvedimento ingiusto e rischia di diventare la tomba dell'investigazione". Lo ha detto il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, durante la manifestazione della Fnsi. "L'idea di limitare ad un tempo preciso le intercettazioni è assurda - ha aggiunto Di Pietro -. Senza di esse si toglie al magistrato uno strumento fondamentale per scoprire i reati. Come anche è assurdo che l'opinione pubblica non debba sapere perchè i potenti sono sotto processo. Qual è la ragione per cui il Parlamento invece di occuparsi della chiusura delle fabbriche o dei precari della scuola si deve impegnare su questo tema? Perchè forse - ha continuato il leader dell'Idv - ci sono alcuni ministri, parlamentari, faccendieri e uomini dei poteri forti che, essendo stati presi con le mani nel sacco, non vogliono farsi processare. Questa legge - ha concluso Di Pietro - è un'ingiustizia che prevede una nuova presa della Bastiglia da fare non con i forconi ma con strumenti democratici quali i referendum". La soluzione per il ddl sulle intercettazioni passa, secondo il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, attraverso i resoconti stenografici del Parlamento. "Abbiamo trovato la soluzione per far sapere le cose all'opinione pubblica - ha detto -. Ogni volta che c'è un provvedimento della magistratura regolarmente depositato e c'è un atto non più sottoposto a segreto istruttorio, anche se trattasi di intercettazioni telefoniche, uno di noi dell'Idv si alzerà in Camera o in Senato per leggerlo. Così i giornalisti potranno sapere, attraverso i resoconti parlamentari, quel che succede. Sarà un monologo - ha concluso Di Pietro - per sbugiardare coloro che vogliono mettere il bavaglio all'informazione".