Riforme e club: l'offensiva di Silvio
L’offensiva di Berlusconi, dopo lo strappo di Fini, è pronta. Il premier vuole accelerare sulle riforme a partire dalla giustizia. In campo anche associazioni, fondazioni. Il tono più soft usato da Fini ospite di Lucia Annunziata, non modifica nemmeno in minima parte lo scenario delineato dalla Direzione del Pdl. Sì perchè se il tono è più morbido, fanno notare i notabili vicini a Berlusconi, il contenuto resta duro e le posizioni confermate. Il premier non avrebbe visto l'intervista di Fini ma se la sarebbe fatta raccontare. Tutto sta andando secondo le previsioni, sarebbe stato il suo commento. E poi avrebbe sottolineato che Fini è diventato il massimo difensore del governo perchè ha paura che si torni a votare. Che succede ora? Dallo staff attorno a Berlusconi trapela che il premier intende rispondere a quella che considera «la sfida e la provocazione» di Fini passando al contrattacco. Il che significa avanti tutta sulle riforme, a cominciare dalla giustizia. E qui, «si parrà la nobilitate» di Fini e dei finiani perchè è proprio sulla giustizia, pilastro del programma di legislatura, che Berlusconi avrà la resa dei conti con Fini. Non ci sarà quindi bisogno di epurazioni, sarebbe un segno di debolezza, afferma un deputato vicino al presidente, i ribelli si escluderanno da soli. Tre i temi della giustizia da riprendere: il legittimo impedimento, il ddl sulle intercettazioni da trasformare in legge costituzionale e il processo breve. Va ricordato che Fini ha da tempo cantato il de profundis per il processo breve dicendo che è su un binario morto. Dopo il vicepresidente dei deputati del Pdl Italo Bocchino, la prossima testa pronta a rotolare potrebbe essere quella di Giulia Bongiorno. La presidente della Commissione giustizia alla Camera ha già dissentito dalla linea berlusconiana. Peraltro le presidenze delle commissioni sono in procinto di scadere e tutto può succedere. Altra sfida è quella degli interventi sull'economia. Fini parlando nella Direzione, ha ignorato il problema della ripresa e dello sviluppo del Paese. Ebbene Berlusconi vuole accelerare anche su questo con un pressing sul ministro dell'Economia Giulio Tremonti perchè metta in cantiere la riforma fiscale. C'è poi da chiarire con uguale urgenza l'equivoco della Sicilia. La giunta Lombardo va cambiata. Altro punto nell'agenda berlusconiana è rassicurare la Lega che il percorso del federalismo non subirà battute d'arresto. Questo significa procedere con i decreti attuativi entro l'anno. Su questo punto c'è un problema da risolvere. A breve andrà rinnovata la metà dei titoli pubblici ed è opportuno che l'onere a carico del bilancio statale non aumenti. Cioè vanno rinnovati alle condizioni attuali. Il federalismo con lo spostamento della raccolta fiscale dal centro alla periferia coinvolge anche il debito pubblico. Come procedere? Ancora non è stato deciso nulla. D'altronde non si possono lanciare ai mercati segnali di incertezza che sarebbero catastrofici in questo momento delicato di passaggio dalla crisi profonda agli albori della ripresa. La controffensiva di Berlusconi non si ferma qui. L'intenzione sarebbe di coinvolgere anche il mondo culturale che ruota attorno al partito. Se FareFuturo, la fondazione di Fini, ha occupato la scena del dibattito politico-intelletuale, le associazioni, club e fondazioni che fanno capo ai berlusconiani doc dovranno fare altrettanto. Mentre Valducci intensificherà il lavoro dei club della Libertà come forma di reclutamento per il tesseramento, la Fondazione Magna Carta e il giornale on line L'Occidentale dovranno intensificare le loro iniziative. Stesso discorso per «Riformismo e Libertà» la Fondazione che fa capo a Fabrizio Cicchitto, per «Il Predellino» la rivista online di Stracquadanio, e «Italia Protagonista», l'associazione culturale fondata da Maurizio Gasparri. Dovrebbe infine vedere la luce a breve il settimanale ispirato dal ministro Bondi e al quale sta lavorando Angelo Crespi.