L'ammucchiata anti-Silvio che piace tanto a Bersani

Uno spettro si aggira per i partiti: le elezioni anticipate. È stato il leader della Lega Umberto Bossi a gettare il sasso nello stagno due giorni fa: dopo lo scontro con Fini il federalismo rischia di arenarsi e dunque l'alleanza con il Pdl è a rischio. Probabilmente era un'uscita concordata con Berlusconi, tanto per «appesantire» le posizioni di Gianfranco Fini. Ma l'ipotesi del voto anticipato è stata rilanciata anche da altri esponenti del Pdl. Il segretario del Pd prende la palla al balzo e lancia un appello a tutte le opposizioni, compreso Fini. «Le tensioni nella maggioranza in futuro sono certe, gli esiti imprevedibili - ha detto Pierluigi Bersani - Le forze di opposizione non possono sottovalutare i rischi che Berlusconi per un verso e la Lega per l'altro possono dare per accelerare una situazione che non riescono ad affrontare. Per le forze di opposizione serve una responsabilità nuova». Ecco dunque l'invito: «Serve un impegno più forte - sostiene Bersani - a discutere e concertare l'azione parlamentare e un lavoro per stringere i contenuti dell'alternativa». L'analisi non fa una piega: il presidente della Camera «con i suoi ha sostenuto e votato tutte le decisioni di questo e degli altri governi del centrodestra ma ora propone con nettezza un'altra piattaforma: nella politica economica, nei rischi di deriva plebiscitaria, nel tema dell'unità del Paese». Questioni, chiarisce il segretario Pd, «assolutamente vere e assolutamente irrisolvibili nel Pdl e nella maggioranza dove Fini si trova». Ma il ponte che dal Pd porta al «compagno» Fini è più accidentato di quello che sembra. «È un'ipotesi lunare, che appartiene alla fantapolitica», dice Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl e fedelissimo di Fini. E insiste: «È una proposta che va respinta al mittente senza se e senza ma. Bersani è un nostro avversario politico». Gli fa eco il deputato Fabio Granata, anche lui vicino a Fini: «Seguiamo la nostra strada, leali al centrodestra ma fermi sui nostri princìpi e valori». Risponde all'appello del segretario Pd, oltre a Verdi e Sinistra Ecologia e Libertà, il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che è già in cerca del candidato anti-Berlusconi: «Mi meraviglio che le idee rilanciate da Bersani facciano notizia perché sono la fotocopia in carta carbone delle nostre. Ora comunque occorre individuare il candidato premier entro l'anno». C'è pure qualche indizio: «Si dovrebbe trattare di una figura di sintesi. Io - spiega Di Pietro - non posso essere. Posso partecipare infatti ma non governare la coalizione». E se fosse Luca Cordero di Montezemolo? Il leader Idv sorride e spiega: «Non lo tirerei per la giacchetta. Si deve cercare tra quelli che vogliono partecipare attraverso un percorso trasparente». Più esplicito il numero uno di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli: «Non abbiamo fretta. Casini e l'Udc non potranno che sviluppare il percorso iniziato negli ultimi due anni. Bisogna dare anche a Gianfranco Fini tempo e modo per fare, secondo i suoi convincimenti, il cammino difficile e nuovo che ha iniziato. Le convergenze che è necessario e possibile costruire debbono essere basate sulla condivisione dell'analisi, sulla condivisione della strategia, sulla condivisione di un trasparente progetto di governo». Non mancano le coincidenze. Mercoledì la Luiss ospiterà un incontro «simbolico»: «Generare classe dirigente». Aprirà Montezemolo, chiuderà Fini. Chissà che Bersani non sia tra i relatori.