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«Aumento del 300% della disoccupazione, quasi tre milioni di poveri, ricercatori in fuga.

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Questovuol dire essere alternativa di governo, non si perda tempo ed energie commentando Silvio Berlusconi». Ignazio Marino, esponente del Pd, interviene nel dibattito aperto dall'appello alle opposizioni del segretario Pierluigi Bersani. «Il Pdl come partito vero, dotato di democrazia interna, per me - dice Marino - è nato l'altro ieri: vedremo se il confronto e il dissenso, che abbiamo visto irrompere grazie alla chiarezza del presidente Fini, sarà l'inizio di un processo di maturazione o invece la sua fine. D'altro canto - aggiunge - questo Governo ha la più ampia e docile maggioranza parlamentare della storia repubblicana. Perché si vada ad una sfiducia, i voti dei parlamentari fedeli al presidente Fini non basterebbero, ci vorrebbero le truppe berlusconiane. Mi sembra uno scenario improbabile. Quanto alle alleanze - dice Marino - mi auguro che davvero si tratti solo di fantapolitica, quel film lo abbiamo già visto: nel 2006 sono diventato parlamentare e presidente della Commissione Sanità. Ebbene, su 25 senatori avevo 11 gruppi parlamentari. Il paese meno "fanta" e più reale si aspetta invece parole e impegni chiari sulla sanità, sempre più fragile nel Sud e ulteriormente indebolita da un federalismo fiscale non solidale; sulla scuola pubblica, vittima del più grande licenziamento di massa della storia e verso una deriva che porterà a scuole di serie A e di serie B (criterio il reddito, altro che il merito); sul contratto unico, che dovrebbe vedere il superamento dello statuto dei lavoratori, continuando a tutelare i diritti di chi li ha già acquisiti, ma introducendo protezioni e tutele anche per le nuove generazioni. Basta perdere tempo a parlare di Berlusconi o ad immaginare Gianfranco Fini nuovo leader in una vasta alleanza riformista del centrosinistra».M. N.

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